Londra

Questa volta Banksy prende di mira le Royal Courts of Justice

La BBC giudica evidente il richiamo alle proteste contro la contestatissima messa al bando recente da parte del governo Starmer come «organizzazione terroristica» di Palestine Action
© Banksy/Instagram
Ats
08.09.2025 16:12

Nuovo blitz di denuncia in forma di graffito di Banksy, celebre quanto inafferrabile street artist britannico, tornato a farsi vivo con un disegno che prende di mira la stretta repressiva imputata nel Regno Unito alla polizia, al sistema giudiziario e allo stesso governo laburista moderato di Keir Starmer.

L'opera, comparsa su un muro laterale dell'edificio delle Royal Courts of Justice, nel cuore di Londra, mostra un giudice in toga e con la tradizionale parrucca in testa intento a picchiare con un martelletto processuale una manifestante steso al suolo: quest'ultimo riconoscibile da un cartello di protesta che regge fra le mani, dal quale stillano gocce di sangue.

L'autenticità del murale è stata certificata secondo costume da un profilo Instagram riconducibile al misterioso artista originario di Bristol.

Non vi sono scritte o riferimenti espliciti a fatti di cronaca, ma la BBC giudica evidente il richiamo alle proteste contro la contestatissima messa al bando recente da parte del governo Starmer come «organizzazione terroristica» di Palestine Action: sigla nota per azioni di disobbedienza civile e per aver imbrattato aerei militari in estate in un'incursione notturna in una base della Raf, ma mai toccata da condanne per atti di violenza contro le persone.

Le proteste sono sfociate proprio ieri nell'arresto di ben 900 dimostranti quasi tutti pacifici che, pur non facendo parte di Palestine Action, si erano radunati nel centro di Londra per criticare la messa al bando con cartelli in cui si leggeva «Io mi oppongo al genocidio, io sostengo Palestine Action»: esponendosi solo per questo all'accusa di violazione del Terrorism Act.

Una retata che porta in totale a circa 1500 i fermi compiuti da Scotland Yard in poche settimane per ragioni analoghe, sullo sfondo delle critiche rivolte al governo laburista anche da Ong per la difesa dei diritti umani come Amnesty International e dalla stessa Onu: le quali hanno evocato apertamente timori per la libertà di manifestazione, protesta ed espressione nel Regno.