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Remigration Summit, a Gallarate il vertice che divide

Il contestato raduno dell'ultradestra è iniziato questa mattina alle 9 al Teatro Comunale – Sono presenti inglesi, polacchi, olandesi e italiani
© KEYSTONE (Til Buergy/Keystone via AP)
Red. Online
17.05.2025 10:52

Il Remigration Summit, il contestato raduno dell'ultradestra sul tema dell'immigrazione, è iniziato questa mattina alle 9 al Teatro Comunale di Gallararate, in provincia di Varese. La convocazione ai partecipanti è arrivata via e-mail alle 6 a chi aveva acquistato il biglietto con l'indicazione del luogo e dell'orario, anticipato alle 9 rispetto alle 14.30 come era originariamente previsto.

Sono presenti inglesi, polacchi, olandesi e italiani. Tutti collegano la scarsa sicurezza percepita all'immigrazione clandestina. «È una questione identitaria», spiega all'agenzia Ansa un partecipante inglese. «L'Inghilterra appartiene agli inglesi, la Scozia agli scozzesi, l'Italia agli italiani».

«La remigrazione è un tema del nostro partito», ha detto Davide Quadri, varesino dalla lunga militanza leghista e tuttora responsabile esteri della Lega Giovani. Dice di essere venuto ad ascoltare e di non escludere sinergie con altri rappresentati di movimenti europei arrivati a Gallarate.

«Da donna io ho paura ad uscire di casa - ha aggiunto una partecipante italiana - non posso uscire senza rischiare di essere violentata. Gli stranieri irregolari vanno allontanati, il governo non fa abbastanza. Non possiamo riempire le nostre carceri e io voglio essere libera di uscire di casa senza il rischio di subire uno stupro».

Tra i protagonisti sul palco avrebbe dovuto esserci anche Rasmus Paludan, il politico di estrema destra danese, noto per aver bruciato il Corano in pubblico, che atterrato a Malpensa è stato espulso per motivi di ordine pubblico.

Ma che cos'è la remigrazione? Fino a qualche tempo fa il termine veniva utilizzato per indicare il ritorno volontario di una persona migrante nel Paese di origine, oppure una seconda migrazione dopo un primo spostamento. Ma più recentemente è stata rilanciata da partiti e leader dell’estrema destra europea in riferimento all’idea di espellere con la forza tutte le persone straniere la cui presenza è ritenuta problematica. Alice Weidel, leader dell'AfD, ha ampiamente utilizzato il termine: «Abbiamo un piano per il futuro della Germania: chiudere completamente le frontiere, respingere ogni viaggiatore senza documenti, cancellare le prestazioni sociali per i non residenti e procedere a rimpatri su larga scala. Se si deve chiamare remigrazione, si chiamerà remigrazione». L’austriaco Martin Sellner, esponente dell’ultradestra identitaria, parla frequentemente di «remigrazione» per indicare la deportazione di massa degli immigrati. Anche di quelli che hanno un regolare permesso per vivere in un Paese ospitante. Un ritorno forzato. Concetto che, in Svizzera, Mass-Voll utilizza spesso soprattutto sui social.
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