Il caso

Ritrovata 28 anni dopo la Ferrari da 350 mila sterline rubata a Gerhard Berger

L'annuncio da parte di Scotland Yard: il pilota aveva subito il furto durante il Gran Premio di San Marino a Imola nel 1995, quando venne rubata anche un'altra Ferrari appartenente a Jean Alesi
© MET Police
Red. Online
04.03.2024 10:45

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Scotland Yard ha recuperato una Ferrari da 350 mila sterline. Fino a qui nulla di particolarmente rilevante. Il fatto, però, è che quella Ferrari era stata rubata, ventotto anni fa, all'ex pilota di Formula Uno Gerhard Berger. Nello specifico, la F512M Testarossa rossa era una delle due fuoriserie rubate a Berger e al collega Jean Alesi durante il Gran Premio di San Marino a Imola, in Italia, nell'aprile 1995. Gran Premio che i due ferraristi chiusero rispettivamente al terzo e al secondo posto, dietro al britannico Damon Hill.

Berger, vincitore di dieci Gran Premi in carriera, aveva sorpreso i ladri mentre si allontanavano con l'auto e aveva tentato, senza successo, di inseguirli con la Volkswagen Golf di un amico. La 355 grigio argento di Alesi, invece, era scomparsa dal parcheggio del suo hotel. La polizia italiana aveva parlato, all'epoca, di furti su commissione.

Salto in avanti: lo scorso gennaio, la Metropolitan Police ha ricevuto una segnalazione per la Ferrari di Berger. E questo dopo che il costruttore aveva effettuato dei controlli su un'auto acquistata da un compratore statunitense tramite un intermediario britannico, nel 2023. Le autorità britanniche, nello specifico, hanno stabilito che l'auto era stata spedita in Giappone poco dopo il furto ed è poi rispuntata nel Regno Unito l'anno scorso. La Ferrari di Berger, quindi, è stata rintracciata e sequestrata per evitare che l'automobile venisse esportata dal Regno Unito. La seconda auto, quella di Alesi, risulta per contro ancora «dispersa».

L'agente Mike Pilbeam, che ha condotto l'indagine, ha dichiarato: «La Ferrari rubata, del valore di circa 350 mila sterline, era sparita per oltre 28 anni prima che riuscissimo a rintracciarla in soli quattro giorni». E ancora: «Le nostre indagini sono state minuziose e sono state caratterizzate da contatti con le autorità di tutto il mondo. Abbiamo lavorato rapidamente con i partner, tra cui la National Crime Agency, oltre che con le concessionarie Ferrari e internazionali, e questa collaborazione è stata determinante per capire il background del veicolo e impedirgli di lasciare il Paese».