Rivolta degli influencer di destra: «Trump troppo moderato, deve abbracciare Project 2025»

Nuove grane per Donald Trump. Frustrati dal calo nei sondaggi del candidato repubblicano, alcune delle figure più influenti dell'estrema destra sui social minacciano una «guerra» digitale contro l'entourage del tycoon, sostenendo che Trump dovrebbe abbracciare posizioni più estreme, anche su razza e immigrazione, senza prendere le distanze dalla famigerata agenda conservatrice 'Project 2025'.
Nel mirino i responsabili della sua campagna, Chris LaCivita e Susie Wiles, e il suo running mate JD Vance, sposato con una donna di origini indiane e di fede induista. L'ex presidente per ora ha confermato la sua fiducia a LaCivita e Wiles - smentendo così alcune voci di siluramento - ma ha ingaggiato altri veterani della prima campagna, come il controverso Corey Lewandowski, una mossa vista come una prima vittoria dalla 'far-right' Usa.
Nick Fuentes, un suprematista bianco e podcaster che ha cenato con Trump nel suo resort Mar-a-Lago nel 2022, ha detto su X (in un post visualizzato milioni di volte) che la campagna di Trump sta «sbagliando» non posizionandosi più a destra e che è «diretta verso una perdita catastrofica».
Laura Loomer, un'attivista di estrema destra che Trump l'anno scorso ha definito «molto speciale», ha scritto sempre su X che i suoi «deboli» surrogati hanno dissolto il suo slancio e che il suo approccio «deve cambiare velocemente perché non possiamo parlare di elezioni rubate per altri 4 anni». E Candace Owens, un'influencer di estrema destra con 5 milioni di follower su X che è stata fotografata con Trump a marzo, ha descritto in un podcast le lotte intestine conservatrici come una «guerra civile Maga», alimentata dalla rabbia per il fatto che le politiche e la personalità di Trump sono state ammorbidite per aumentare il suo appeal mainstream.
«Non sono sicura di chi stia ancora guidando l'autobus Maga», ha detto, chiarendo, come altri influencer di estrema destra, che il suo problema non è con Trump ma con il suo staff. Tutti moniti che rischiano di minare gli appelli del partito all'unità negli ultimi tre mesi di campagna e l'energia online che ha rafforzato il tycoon tra il 2016 e il 2020, soprattutto tra i maschi bianchi. Che ci siano delle crepe lo conferma anche Vance, che sulla Cbs ha definito Fuentes un «perdente totale» sostenendo che la risposta migliore è «ignorare» troll come lui finché non «scompaiono».