Roghi del Corano: lanciata una molotov contro l'ambasciata svedese a Beirut

Una bomba incendiaria è stata lanciata nelle ultime ore contro la sede dell'ambasciata svedese a Beirut, ma la molotov non si è innescata e non ci sono stati danni né feriti. Lo riferiscono media libanesi che citano fonti diplomatiche svedesi nella capitale libanese.
L'episodio si registra dopo che nelle scorse settimane il leader degli Hezbollah, il partito sciita armato filoiraniano, aveva chiesto pubblicamente l'espulsione dell'ambasciatrice svedese in Libano, Ann Dismorr, in seguito ai ripetuti tentativi, nel regno scandinavo, di profanare copie del Corano, testo sacro dell'Islam.
Il ministro degli esteri svedese, Tobias Billström, oggi ha affermato che "il governo sta prendendo la questione (del lancio della molotov contro la sede diplomatica a Beirut) sul serio. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito" nell'incidente, ha affermato, citato dai media libanesi.
"Il personale della nostra ambasciata è al sicuro e il ministero degli esteri è in costante contatto con loro", ha aggiunto il ministro, ricordando alle autorità libanesi che hanno "l'obbligo di proteggere le missioni diplomatiche".
Da alcune settimane i servizi di sicurezza libanesi avevano intensificato le misure di protezione attorno all'ambasciata per paura di un attacco dopo le ripetute profanazioni del Corano in Svezia.
A luglio l'ambasciata svedese a Baghdad era stata bruciata e assaltata e il personale diplomatico era stato rimpatriato a Stoccolma. Gli Hezbollah avevano organizzato dal canto loro manifestazioni nella loro roccaforte alla periferia meridionale di Beirut. Analoghe forme di protesta erano state organizzate a Teheran, capitale dell'Iran.
E dopo che Nasrallah aveva chiesto l'espulsione dell'ambasciatrice svedese in Libano, lo scorso 29 luglio il ministro degli esteri libanese uscente, Abdallah Bouhabib, aveva affermato che la diplomatica aveva lasciato Beirut per una vacanza originariamente prevista per una settimana, aggiungendo che le autorità libanesi le avevano "chiesto di prolungare il suo congedo".