L’ambiente

Sabbie dorate tinte di nero dal petrolio

Una fuoriuscita di greggio in Perù ha inondato chilometri di costa causando danni all’ecosistema. La colpa? Le ondate causate dall’esplosione vulcanica vicino a Tonga, secondo le prime ipotesi
Una marea nera ha ricoperto le spiagge di Ventanilla
Jona Mantovan
18.01.2022 14:00

Scene viste tante volte. Una marea nera ricopre luoghi che sembravano incontaminati. Succede in Perù, a Ventanilla. Ma le cause del disastro ambientale, secondo le ipotesi di molti, sarebbero da ricondurre a un fenomeno che va oltre il normale incidente. Sì, perché a causare l’inquinamento sarebbero state le ondate anomale provocate dall’esplosione del vulcano vicino a Tonga. O, almeno, questa è l’ipotesi messa sul tavolo da quasi tutti. Appare plausibile. Anche se le autorità hanno avviato un’indagine per capire cosa sia successo mentre una nave stava rifornendo la raffineria La Pampilla. Ma, intanto, gabbiani e altri uccelli marini si sono trovati con le ali cariche di fanghiglia scura. Le sabbie dorate delle spiagge si sono tinte di nero. E, ovviamente, il peso del greggio li rende incapaci di volare. Fortunatamente, vari addetti ambientali sono all’opera per salvare il salvabile (guarda il video allegato a quest’articolo).

Anche il ministro dell’ambiente peruviano, Ruben Ramirez, era sul posto. E ha confermato che, come detto, la fuoriuscita di petrolio è avvenuta mentre una nave stava rifornendo la raffineria La Pampilla, colpendo inizialmente almeno due chilometri della costa centrale del Paese, a Ventanilla. L’Agenzia peruviana dell’ambiente ha detto di aver avviato un’indagine per determinare la responsabilità, ma—appunto—l’ipotesi che circola più facilmente scarica la colpa sulle recenti ondate anomale. Le alte maree innescate dalla recente esplosione vulcanica vicino a Tonga, in effetti, sono state sentite fino al Perù.
Non solo morti e danni sull’isola di Tonga, dunque. A quanto pare, agli eventi drammatici si aggiungerebbe anche questo inaspettato disastro ambientale. Queste alte maree anomale si sono diffuse in tutto il Pacifico, dopo che il vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai ha eruttato sabato (il 15 gennaio), innescando un allarme tsunami sulle coste di Tonga. «È davvero spiacevole essere qui e vedere le conseguenze, il grave impatto sull’area marina costiera. Inizialmente, sembrava fossero stati inquinati soltanto un paio di chilometri di costa, ma ora vediamo che ci sono due spiagge contaminate, quella di Cavero e Bahia Blanca. L’abbondante fuoriuscita di petrolio si è infiltrata in queste piccole isole attraverso le onde», ha detto domenica Ramirez alle telecamere dell’agenzia Reuters.

Le onde anomale, sempre in Perù, avevano già provocato due morti. Due donne, infatti, avevano perso la vita sabato pomeriggio sulla spiaggia di Naylamp, nella provincia di Lambayeque. E anche in questo caso, apparentemente, c’entrerebbe sempre l’eruzione del vulcano sottomarino sull’isola di Tonga. Un’onda anomala di grandi proporzioni avrebbe risucchiato nell’Oceano Pacifico un furgone che si muoveva lungo la riva, secondo quanto riporta il quotidiano di Lima «Exitosa».
L’autista del veicolo, Casinaldo Altamirano Huamuro, è riuscito a tornare da solo sulla spiaggia, ma sua moglie ed un’amica sono invece decedute, nonostante i tentativi di rianimazione da parte di soccorritori che ne hanno recuperato i corpi in mare. In merito all’accaduto, Lorena Márquez, responsabile del Centro di allerta tsunami, ha dichiarato che «l’eruzione vulcanica avvenuta a Tonga non ha creato un’allerta tsunami per la costa peruviana, ma sì un allarme per onde anomale sulle spiagge del Paese».

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