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Salti, vibrazioni e polemiche: verso lo stop dei grandi concerti al Circo Massimo?

Polverone a Roma per il dopo-Travis Scott: nel concerto tenutosi lunedì, i fan hanno fatto tremare la città, tanto da spingere molti romani a chiamare il numero di emergenza sisma — La cultura: «È un monumento, non uno stadio»
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Giacomo Butti
09.08.2023 17:28

Ma che cosa è successo al Circo Massimo? A Roma, in questi giorni, l'antica sede della corsa con le bighe è sulla bocca di tutti. Le grandi dimensioni del Circo Massimo lo hanno reso, da decenni, un luogo eccellente dove tenere concerti, spettacoli e manifestazioni. E proprio qui, lunedì sera, si sono esibiti Travis Scott, star dell'hip-hop statunitense, e (a sorpresa) Kanye West. Una performance che, però, rischia di ridefinire l'utilizzo futuro del mitico circo romano. La serata, infatti, ha visto scatenarsi un vero e proprio putiferio. E non parliamo della calca generatasi dal (probabile) utilizzo improprio di spray urticante che ha portato 60 persone a rivolgersi ai soccorsi per bruciore agli occhi e alle vie respiratorie. Ma, piuttosto, del "terremoto in miniatura" provocato dalla folla scatenata all'interno del Circo Massimo. Sessantamila persone che ballano e, soprattutto, saltano. 

Vibrazioni che hanno spinto molti romani a chiamare i numeri di emergenza, temendo di trovarsi nel bel mezzo di un terremoto. Ma no: nessun sisma, "solo" un grande concerto. La questione non è per nulla piaciuta alla cultura romana e soprattutto ad Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico Colosseo, sotto la cui tutela si trova anche il Circo Massimo.

Parlando con l'AGI (Agenzia Giornalistica Italia), Russo non ha nascosto il proprio disappunto: «Il Circo Massimo è un monumento. Non è uno stadio. Questi mega-concerti rock lo mettono a rischio, come a rischio in prospettiva è anche il Palatino che è lì accanto».

Questione di regole

Secondo la direttrice del Parco Archeologico Colosseo, concerti come quello di lunedì non rispettano le prescrizioni fornite precedentemente alle autorità comunali: «Il Circo Massimo non è un luogo per questo genere di concerti. Il Comune, solitamente, chiede il via libera alla Soprintendenza capitolina, e anche noi diamo un parere. Io avevo dato una serie di prescrizioni: il non superamento del limite dei decibel previsto dalla normativa e il fatto di non incitare il pubblico, tutto in piedi, a saltare». Indicazioni, evidentemente, non seguite.

«L'auspicio è che Roma Capitale valorizzi adeguatamente il Circo Massimo. Andrebbe finalmente riqualificato affinché venga pienamente compresa la sua storia e la sua funzione nella Roma antica così come nei periodi successivi». Quindi il suggerimento per nuove regole: «Gli eventi musicali a mio avviso si possono realizzare, ma devono essere ben selezionati, come l'Opera e i balletti. I concerti rock andrebbero tenuti negli stadi anche per non mettere a repentaglio la pubblica incolumità».

Un polverone

La questione ha presto risvegliato la politica. L'assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato, ad esempio, non ha atteso nel rispondere alle polemiche, senza risparmiare qualche critica alla stessa Russo: «Controlli meglio il sito che gestisce: l'unico incidente di ieri si è verificato dentro il sito archeologico del Colosseo, dove un ragazzo si è introdotto nell'area e si è arrampicato per vedere da lontano il concerto». «Se si potevano evitare i fatti di ieri con qualche controllo in più? Ieri è stato un grande successo, tutto il mondo ne parla. Zero incidenti, zero feriti e 60.000 ragazzi di vent'anni che dovrebbero incominciare a essere più capiti che demonizzati da chi, mentre mangiava il gelato sul terrazzo, si è sentito infastidito dalla loro gioia durata 72 minuti». 

Opposte, invece, le reazione dei due sottosegretari al ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi e Lucia Borgonzoni. Più permissiva la posizione del primo: «Non sono contrario, in linea di massima, a organizzare grandi concerti di massa, anche in luoghi come il Circo Massimo. Occorre pretendere e avere certezze sulle modalità con cui questi concerti vengono organizzati, a cominciare dalle garanzie sulla sicurezza per il sito e per gli spettatori». Per Sgarbi, sarebbe importante una «regolarizzazione, con una commissione esperta che valuti preventivamente i piani presentati e risponda poi delle sue decisioni».

E Borgonzoni? Per la sottosegretaria, quanto successo lunedì sera «è inaccettabile: è stata messa a rischio la salvaguardia dei monumenti e l'incolumità delle persone. Le vibrazioni hanno provocato un effetto terremoto sul sito archeologico e sulle abitazioni circostanti. Fatto mai successo prima e che lascia pensare alla mancanza di reali controlli. Scriverò una lettera al comune perché i grandi eventi in aree di interesse culturale rispettino le prescrizioni e le regole emanate dagli istituti del ministero della Cultura».

Il futuro del Circo Massimo, insomma, sembra tutto da decidere: che per i concerti più "hard" stia per arrivare uno stop?