Scappa dalla Cina a bordo di una moto d'acqua

È fuggito dalla Cina a bordo di una moto d'acqua. Direzione: Corea del Sud. È la parabola di un attivista cinese per i diritti umani. L'uomo, secondo quanto comunicato dalla Guardia costiera di Seul, ha percorso circa 300 chilometri attraverso il Mar Giallo munito soltanto di un binocolo e una bussola per orientarsi. A un certo punto, però, non è più riuscito a proseguire il suo viaggio. Fermandosi nei pressi di un terminal crociere al largo del porto di Incheon. In seguito, è stato arrestato. Stando alle cronache locali, l'attivista sarebbe Kwon Pyong, piuttosto critico nei confronti del presidente Xi Jinping. L'ambasciata cinese a Seul, dal canto suo, si è rifiutata di commentare quanto accaduto perora.
Negli ultimi anni, Pechino ha stretto e non poco le maglie nel tentativo di impedire agli attivisti di lasciare il territorio cinese. In particolare, chiudendo loro le uscite legali da aeroporti e altri valichi di frontiera. Non solo, a complicare i tentativi di fuga da parte di queste persone il fatto che molti Paesi filo-cinesi, nel Sudest asiatico, abbiano deciso di non accogliere più i richiedenti l'asilo. Il mese scorso, l'avvocato cinese per i diritti umani Lu Siwei era stato catturato in Laos e riportato in Cina, da dove – fortunatamente – ha potuto raggiungere la moglie e i figli negli Stati Uniti.
Certo, tentare di lasciare la Cina attraversando acque agitate a bordo di un jet-ski è, forse, uno degli esempi più estremi di questi ultimi anni. La Guardia costiera sudcoreana ha spiegato che l'uomo, con tanto di giubbotto di salvataggio e casco, oltre a binocolo e bussola trasportava cinque barili di carburante, necessari per la traversata. Arrivato, quasi, a Incheon, l'uomo ha deciso di allertare i soccorsi poiché nei guai. L'attivista, infine, è stato fermato per aver tentato di entrare clandestinamente in città. Le autorità sudcoreane hanno detto che l'uomo non è minimamente sospettato di essere una spia. Un altro attivista, Lee Dae-seon dell'organizzazione no-profit Dialogue China, ha rivelato all'AFP che a bordo della moto d'acqua c'era proprio Kwon Pyong.
Il quale, dopo aver trascorso un periodo in carcere per aver criticato pubblicamente Xi, probabilmente ha avuto problemi a lasciare legalmente il Paese per chiedere asilo. Così Lee: «Sebbene il modo in cui Kwon è entrato in Corea del Sud in violazione della legge fosse sbagliato, la sorveglianza delle autorità cinesi e la persecuzione politica di Kwon dal 2016 sono alla base del suo attraversamento a rischio della vita».
Kwon, dal canto suo, starebbe valutando se chiedere lo status di rifugiato in Corea del Sud, Paese che accoglie solo una manciata di richieste all'anno, o in un altro Paese.