Spagna

Scene di solidarietà a Valencia: migranti cucinano per strada per gli alluvionati

Scampati al maltempo in una delle zone più colpite, i 200 richiedenti l'asilo, da poco tempo arrivati in Spagna, hanno deciso di aiutare come possibile chi, lì, ha perso tutto – «Quando c'è da aiutare non ci sono differenze, vogliamo dare una mano»
© Keystone (EPA/Miguel Angel Polo)
Red. Online
01.11.2024 13:15

Fra auto distrutte, macerie e tanto, tanto fango, atti di solidarietà sembrano brillare più intensamente. Lo dimostra quanto avvenuto in queste ore a Picanya, uno dei centri più colpiti dall'alluvione che ha travolto la regione di Valencia, dove decine di migranti, alloggiati in un hotel anch'esso travolto dalle acque, hanno deciso di raccogliere dalla dispensa collettiva il cibo scampato alla furia del maltempo e cucinare per tutti quanti si trovano nel bisogno, per la popolazione locale senza una casa. 

Il gesto è stato documentato da Levante-El Mercantil Valenciano, antico quotidiano di Valencia, il cui video è diventato virale sui social. Provenienti da Afghanistan, Siria, Georgia, Venezuela e tanti, tanti altri Paesi, i 200 migranti che risiedevano nell'albergo destinato all'accoglienza hanno raccontato che la struttura, al piano terra, è stata invasa dall'acqua, ma che con il permesso del proprietario hanno potuto utilizzare gli ingredienti per proporre pasti multietnici a chiunque ne avesse bisogno. 

In mezzo alla devastazione, ai resti di mobili e auto portati dalla corrente, il fuoco di un barbecue, il profumo di pollo. Il menu, racconta il giornale spagnolo, è vario e riflette la cucina di ogni gruppo di migranti all'interno della comunità: erano stati portati lì dalla Croce Rossa e si trovano nella fase 1, quella che segue la prima accoglienza dopo l'arrivo in Spagna.

«Stiamo bene», ha raccontato un venezuelano che alloggia nell'hotel. «Non possiamo lamentarci, siamo vivi, abbiamo un tetto sotto cui dormire e cibo da mangiare. Quando c'è da aiutare non ci sono più differenze. Abbiamo bisogno di provviste e che l'elettricità, così come l'acqua, tornino a funzionare. Nel frattempo vogliamo dare una mano».

Risorse

L'accesso all'acqua rimane in cima alle priorità per l'area. A tre giorni dalla catastrofe, l'emergenza è ancora alta, con 366.000 abitanti di una ventina di municipi ancora senza acqua potabile, mentre 50.000 sono al buio. Per la mancanza di acqua a causa delle condotte scoppiate per l'inondazione, in alcuni comuni non è possibile procedere con la pulizia del fango che nel frattempo si è seccato. Altri 500 soldati – ne abbiamo parlato qui – si uniranno oggi agli oltre 1.200 impegnati nell'emergenza nella regione dove è previsto anche l'arrivo del ministro dell'Interno, Fernando Grande-Marlaska. La priorità è garantire beni di prima necessità, come acqua, cibo e medicine, alle popolazioni colpite.

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