Scholz rivendica la prudenza: «Non potevamo da soli»

«È stato giusto non lasciarsi trascinare». Nel Bundestag tedesco, Olaf Scholz ha difeso la linea scelta sui Leopard, che gli è costata settimane di attacchi e critiche feroci.
«Andare avanti da soli sarebbe stato un errore», i passi vanno coordinati con i partner e fatti assieme, ha ricordato anche oggi il cancelliere, che ha dato il via libera solo in cambio della promessa americana di inviare gli Abrams. E a chi ha chiesto dove Berlino veda «il confine», di fronte alle nuove rivendicazioni di Kiev su caccia e sottomarini arrivate ancor prima della comunicazione ufficiale sui tank alla seduta di gabinetto, Scholz ha spiegato: «La Germania darà sostegno all'Ucraina finché necessario, ma bisogna evitare che la Nato diventi parte del conflitto».
«Fidatevi di me», l'aggiunta in un passaggio in cui si è rivolto direttamente al cuore di tanti tedeschi, che seguono allarmati il progressivo coinvolgimento della Repubblica federale nella brutale guerra voluta da Vladimir Putin. A Kiev non saranno inviati jet da combattimento né soldati della Nato, ha garantito.
Il 53% della popolazione ha appoggiato la decisione di consegnare i Leopard 2, i contrari sono il 39%, secondo un sondaggio Forsa. Ma è chiaro che l'invio dei tank considerati fra i migliori al mondo - 'Scholz non consegna ferri vecchi', ha scritto la Faz, definendo sorprendente la scelta dei mezzi in partenza per l'Ucraina - porta Berlino ad avvicinarsi ancor di più a quella linea rossa che nessuno può «calcolare matematicamente», come il Kanzler ha ripetuto al Parlamento.
Il giorno dell'ufficializzazione della decisione di inviare 14 panzer Leopard 2A6 è quello in cui ucraini e alleati Nato hanno ringraziato il leader socialdemocratico, nonostante questi abbia tentennato a lungo. Ma le critiche restano, e se gli animi della coalizione di governo sembrano più sereni dopo il fuoco amico da Liberali e Verdi, in parlamento come nei media la discussione è ancora aperta.
«Il cancelliere ha lasciato per settimane i partner nella incertezza. Il danno che ne è scaturito nella Nato e nell'Ue sul fatto che non ci si possa fidare del governo federale, che questo vada quasi costretto alla decisione, che indugi e tentenni, resta. Anche oltre la giornata di oggi», nelle parole del leader della Cdu, il falco Friedrich Merz, che pure è intervenuto con uno statement. «L'ostinazione del cancelliere ha portato una soluzione nell'interesse di tutti», ha scritto invece la Welt. «Scholz si lascia guidare da un principio della guerra fredda - la spiegazione - secondo il quale la Germania deve tenere coinvolti gli Stati Uniti nel modo più vincolante possibile. Il pensiero di fondo: solo se gli Usa sono a loro volta così fortemente coinvolti è probabile che mantengano anche sul fronte atomico la loro deterrenza nei confronti della Germania».
L'apparente indecisione del Kanzler, insomma, segue una strategia precisa.