Epidemia

Sciacalli delle mascherine, ma «sono inutili»

Venditori abusivi sfruttano la psicosi coronavirus e a Roma le vendono a 10 euro al pezzo - Ma servono davvero a proteggersi? Gli esperti hanno forti dubbi
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Michele Montanari
02.02.2020 21:02

Con i primi due casi di persone contagiate dal coronovirus, a Roma è arrivata anche la psicosi di massa. Ed insieme ad essa non poteva mancare nella Capitale italiana una nuova figura professionale: il venditore abusivo di mascherine. «Una mascherina a 10 euro», è la singolare offerta dei «bagarini» attivi in zona stazione Termini in questi giorni. Le mascherine, andate a ruba anche in Ticino, sono diventate il simbolo dell’epidemia partita dalla Cina, ma sono davvero così efficaci? Innanzitutto va chiarita una cosa: in Asia, i cinesi, ma pure i giapponesi, la utilizzano regolarmente sia per lo smog, sia - e soprattutto - per non diffondere i germi. Non quindi per evitare di essere contagiati, ma il contrario. Basta fare un giro per Tokyo, ad esempio, per incappare i numerosi cittadini con la mascherina, indossata spesso per «bloccare» gli starnuti da raffreddore. Alle nostre latitudini ci si copre la bocca con la mano per evitare di diffondere goccioline, mentre l’usanza asiatica è ben diversa, ed è dovuta ad una differente educazione. Come già spiegato dal medico cantonale Giorgio Merlani, nel nostro cantone non c’è alcun bisogno di indossare la mascherina, e lo stesso vale per i Paesi europei in cui sono stati riscontrati pochi casi di coronavirus. Il viceministro della salute italiano, Pierpaolo Sileri, negli scorsi giorni ha definito la caccia alle mascherine «una stupidaggine enorme», che «non serve a niente». Numerosi esperti sono dello stesso parere del viceministro, come il divulgatore scientifico italiano Roberto Burioni che ha parlato di un «grado molto basso di protezione», spiegando che le mascherine servono solo agli infetti, per «impedire la diffusione della malattia». David Carrington, medico e docente della St. George’s University di Londra, ha recentemente spiegato alla «BBC News» che le mascherine utilizzate in questi giorni, cioè quelle «chirurgiche», non sono efficaci contro il coronavirus in quanto non coprono a sufficienza il viso (soprattutto per chi ha la barba), non hanno filtri e lasciano gli occhi esposti: i virus trasmissibili per via aerea possono infatti entrare anche da lì. L’unico caso in cui le mascherine possono limitare il rischio di contagio, sottolinea il dottor Carrington, è quello in cui una persona infetta starnutisca o tossisca vicino a noi: la mascherina può fare da barriera fisica per un eventuale schizzo di saliva (o di sangue, motivo per cui, ad esempio, viene indossata dai medici a contatto con pazienti affetti da malattie veneree). L’efficacia di tali mascherine è dubbia anche per quanto riguarda lo smog: per gli stessi motivi già citati, è molto difficile che queste riescano a bloccare quantità significative di PM10, le particelle con un diametro inferiore al centesimo di millimetro (10 micrometri appunto), per non parlare di particelle più piccole o sostanze gassose.

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