Medicina

Sclerosi multipla: un farmaco potrebbe ritardare l'esordio dei sintomi

Lo studio sul teriflunomide sarà presentato al 75. Meeting annuale dell'American Academy of Neurology a Boston
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Ats
19.04.2023 22:00

Nella Sclerosi multipla un farmaco chiamato teriflunomide può ritardare l'insorgenza dei primi sintomi nei pazienti in cui la malattia è stata documentata con una risonanza magnetica (RMN), anche se ancora non hanno sintomi. È il risultato di uno studio preliminare, che sarà presentato al 75° Meeting annuale dell'American Academy of Neurology, a Boston e in diretta online dal 22 al 27 aprile 2023.

Vi sono persone che pur in assenza di sintomi di sclerosi multipla, presentano anomalie nel cervello o nel midollo spinale, chiamate lesioni, simili a quelle riscontrate nella malattia autoimmune, in cui, cioè, il sistema immunitario dell'organismo attacca la mielina, la sostanza bianca che isola e protegge i nervi. I sintomi della malattia possono includere affaticamento, intorpidimento, formicolio o difficoltà a camminare.

«Con un numero sempre maggiore di persone che si sottopongono a scansioni cerebrali per vari motivi, come mal di testa o traumi cranici, si scopre un numero sempre maggiore di questi casi e molte di queste persone sviluppano la malattia», dichiara l'autrice dello studio Christine Lebrun Frenay dell'Ospedale Universitario di Nizza in Francia. «Quanto prima una persona può essere trattata per la sclerosi multipla, tanto maggiori sono le possibilità di ritardare il danno alla mielina, riducendo così il rischio di danni neurologici permanenti e sintomi debilitanti».

Lo studio ha coinvolto 89 persone con segni di lesioni cerebrali ma senza sintomi. Metà delle persone hanno assunto 14 milligrammi (mg) di teriflunomide al giorno e l'altra metà un placebo. Sono state seguite per un massimo di due anni. Durante lo studio, otto persone che hanno assunto il farmaco hanno sviluppato i sintomi della SM, rispetto alle 20 che hanno assunto il placebo.

I ricercatori hanno stimato che le persone che assumevano teriflunomide avevano un rischio inferiore del 72% di manifestare i primi sintomi rispetto a quelle che assumevano il placebo.

«I nostri risultati suggeriscono che l'intervento precoce con teriflunomide può essere vantaggioso per coloro che hanno ricevuto una diagnosi di sindrome radiologicamente isolata, la fase presintomatica della SM», dichiara Lebrun Frenay. «Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche su gruppi più ampi di persone per confermare i nostri risultati».