«Se gli Stati Uniti vogliono una guerra commerciale, lotteremo»

La Cina ha assicurato di voler combattere fino in fondo se gli Usa decideranno di spingere per una guerra commerciale, dopo l'entrata in vigore delle tariffe al 10% aggiuntivo di Donald Trump su tutte le importazioni made in China a cui, a stretto giro, Pechino ha risposto con dazi tra il 10-15% a colpire il settore agroalimentare americano.
«Se gli Stati Uniti persistono nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale o qualsiasi altro tipo di guerra, la parte cinese li combatterà fino in fondo, fino a una amara conclusione», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, nel briefing quotidiano.
«Voglio ribadire che il popolo cinese non può essere influenzato da fallacie, scoraggiato da intimidazioni, né ha mai tollerato l'egemonia o le prepotenze. Pressione, coercizione e minacce non sono il modo giusto per trattare con Pechino - ha rincarato Lin -. Cercare di esercitare una pressione estrema sulla Cina è un errore di calcolo mirato al bersaglio sbagliato».
Quando gli è stato chiesto della risposta cinese agli ultimi dazi Usa al 10% a causa del fentanyl, il portavoce ha replicato che gli Stati Uniti «hanno costantemente utilizzato» la questione della droga sintetica «come pretesto per aumentare ancora una volta le tariffe». La Cina «ha ripetutamente chiarito la sua opposizione e le contromisure adottate sono del tutto legittime e necessarie per tutelare i propri diritti e interessi».
Pertanto, «se gli Stati Uniti vogliono davvero affrontare la questione del fentanyl, dovrebbero avviare consultazioni con la Cina basate su uguaglianza, rispetto e reciproco beneficio per risolvere i timori di entrambe le parti», ha osservato Lin, secondo cui se gli Usa «hanno secondi fini e insistono nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale o qualsiasi altro tipo di conflitto, la Cina combatterà fino alla fine con ferma determinazione».
Gli Stati Uniti, quindi, dovrebbero «abbandonare il loro atteggiamento autoritario e tornare sulla giusta strada del dialogo e della cooperazione il prima possibile».