Se i dipendenti del Cremlino non possono lasciare la Russia

Viaggiare all’estero? Difficile, molto difficile. Se non addirittura impossibile. Sì, ai funzionari russi e ai dipendenti delle società statali – stando a un’inchiesta di Current Time e Radio Liberty – viene chiesto, sempre più spesso, di consegnare il passaporto ai membri dei servizi di sicurezza. Così facendo, il Cremlino è sicuro che queste persone non possano lasciare il Paese.
La richiesta, secondo l’indagine, varia a seconda dell’impiego e del datore di lavoro. Ad alcuni dipendenti statali, ad esempio, è stato chiesto di consegnare il passaporto all’FSB, il famigerato Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, direttamente sul posto di lavoro. Ad altri, banalmente, è stato consigliato di non viaggiare all’estero.
La domanda, va da sé, sorge spontanea: e chi non accetta di consegnare il passaporto? Rischia di vederselo revocare dalle autorità. Ai dipendenti delle aziende controllate dallo Stato che rifiutano di consegnare il documento, invece, viene data la possibilità di dimettersi.
Le restrizioni possono appunto variare: dal divieto totale a lasciare la Russia, per alcuni, al permesso di visitare solo i Paesi alleati a Mosca o, ancora, i membri dell’Unione economica eurasiatica.
Stando a Current Time, ad ogni modo, vi sarebbero delle eccezioni per «buone ragioni». Ovvero, un nullaosta per volare negli Emirati Arabi Uniti. Chi dovesse andare a Dubai o Abu Dhabi, tuttavia, al rientro sarebbe tenuto a redigere un rapporto scritto sul proprio viaggio.
L’indagine ha rilevato che più ci si avvicina al potere e più le restrizioni aumentano: i dipendenti del Cremlino non possono più lasciare la Russia.
Altra domanda: tutto ciò è in un qualche modo possibile o, meglio, legale? No. La morsa sui viaggi, infatti, non ha alcuna base giuridica. L’attuale legge russa, infatti, vieta i viaggi all’estero solo ai funzionari con accesso a segreti di Stato, membri dell’FSB e dell’esercito.
A febbraio, rispondendo a una domanda dei media sul divieto di viaggiare all’estero, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva affermato che, in realtà, tale divieto non si applicava ai funzionari russi.