Il caso

Se il futuro della Russia, per Putin, si trova anche nell'Artico

Le parole del presidente russo sul Grande Nord non passano inosservate: secondo la Direzione principale dell'intelligence ucraina, Mosca starebbe conducendo diverse operazioni, spacciandole per ricerche scientifiche
© AP Photo/Alexander Zemlianichenko
Red. Online
29.06.2025 13:30

«Il futuro della Russia risiede anche nello sviluppo dell'Artico, che sta ricevendo grande attenzione». Queste le parole pronunciate ieri da Vladimir Putin. Parole che non passano inosservate. La Russia, è risaputo, sta costantemente espandendo la sua presenza militare in questa remota regione del pianeta. Ma secondo quanto riferisce  United24 Media – piattaforma gestita dal governo ucraino, lanciata nel 2022 poco dopo l'inizio della guerra –, sebbene questi sforzi siano ufficialmente inquadrati come un tentativo di espansione legato alle risorse di cui è ricco l'Artico, dietro ci sarebbe di più. La Direzione principale dell'intelligence ucraina (HUR), nello specifico, parla di una «più ampia campagna di militarizzazione». 

Come si legge sulla piattaforma ucraina, il Cremlino starebbe conducendo diverse operazioni nell'Artico, spacciandole per ricerche scientifiche dell'Istituto di ricerca artica e antartica russo. Sebbene, nominalmente, sia un'istituzione scientifica, l'HUR la identifica come una «componente chiave di un progetto sostenuto dallo Stato che combina l'estrazione di risorse e la pianificazione militare». Si stima, infatti, che l'Artico contenga 412 miliardi di barili di petrolio e gas, ossia circa il 22% delle riserve mondiali non ancora scoperte. 

Nel concreto, la Russia avrebbe tre obiettivi legati all'Artico. Il primo è l'esplorazione geologica di nuovi giacimenti di petrolio e gas. A seguire, Mosca vorrebbe cercare di analizzare le condizioni del ghiaccio della Northern Sea Route, per identificare nuove rotte di navigazione. In ultimo, tra gli obiettivi, ce n'è uno legato alla modellazione climatica e oceanografica (fino al 2035) per supportare lo sfruttamento regionale a lungo termine. 

Tutti obiettivi, questi, che secondo l'HUR hanno «un duplice scopo». Attualmente, le spedizioni scientifiche condotte dall'istituto monitorano la temperatura dell'acqua, la forza delle correnti, i modelli di vento e prevedono i cambiamenti nella copertura dei ghiacci. Tutti elementi, come sottolinea United24 Media, che sono fondamentali sia per l'uso civile che per le operazioni militari. 

Al momento, la Russia domina le rotte di navigazione nell'Artico, grazie alla più grande flotta di rompighiaccio del mondo. Al contempo, però, secondo l'HUR, Mosca sta attivamente militarizzano la regione. Il prossimo passo chiave potrebbe essere quello di intensificare la comunicazione. Lungo il suo confine settentrionale, leggiamo sempre United24 Media, la Russia sta installando sistemi di comunicazione satellitare che potrebbero coordinare le operazioni della sua flotta e supportare l'attività dei droni nell'artico.

Al tempo stesso, Mosca starebbe anche costruendo nuovi sottomarini nucleari in grado di trasportare armi nucleari, adattandole al freddo estremo dell'Artico. Non solo: la Russia sta costruendo nuove basi vicino al confine con la Finlandia, mentre costruisce infrastrutture militari nell'Artico. Operazioni, queste, che non fanno che alzare la tensione e le preoccupazioni del resto del mondo. 

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