Il caso

Se l'autostrada tedesca provoca «giramenti di pale»

Trasportare turbine eoliche in Germania è sempre più complicato: le dimensioni del trasporto, infatti, mal si conciliano con l'infrastruttura autostradale, considerata oramai obsoleta – I ritardi accumulati, intanto, rischiano di pregiudicare la svolta energetica
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Marcello Pelizzari
18.09.2023 09:45

Celebrata (quasi) in tutto il mondo, quantomeno per l'assenza di limiti di velocità in buona parte dei tracciati, l'autostrada tedesca è finita nel mirino della critica. All'improvviso, ma nemmeno troppo. Di più, l'intera infrastruttura è stata bollata come obsoleta, secondo quanto riferito da Bloomberg. O, se preferite, non all'altezza di trasportare le torri e le pale eoliche. E così, a girare non sono – appunto – le pale. Ma i cosiddetti. Al punto che gli sviluppatori di queste turbine hanno alzato la voce. Affermando, senza troppi giri di parole, che lo stato in cui versano le autostrade sta rallentando la transizione energetica e, in definitiva, il progresso della Germania.

Un esempio su tutti: all'inizio di quest'anno, per trasportare delle pale dal porto di Brema a un parco eolico nel nord del Paese, invece del tradizionale percorso autostradale che avrebbe richiesto tre ore è stata scelta, per forza di cose, un'alternativa più lunga. Molto più lunga, il triplo per la precisione. Banalmente, il carico era troppo grosso. Anzi, ingombrante rispetto al percorso dell'autostrada, carico di curve e restrizioni in termini di dimensioni.

Situazioni del genere, hanno tuonato i produttori di turbine, stanno diventando la normalità. Ai loro occhi, l'autostrada tedesca è diventata un limite. E, di riflesso, un ostacolo per raggiungere gli obiettivi climatici del Paese. Obiettivi che, ricordiamo, sono piuttosto ambiziosi: entro il 2030, l'80% di elettricità prodotta dalla Germania deve arrivare da fonti pulite. Perché ciò accada, i tedeschi devono viaggiare a ritmi oseremmo dire infernali, con sei nuove turbine eoliche che devono vedere la luce ogni giorno per un totale di 60 mila trasporti all'anno su strada. Di qui la presa di posizione, forte, da parte di trenta e oltre associazioni imprenditoriali, secondo cui la transizione verde della Germania collasserà se il ritmo non potrà essere mantenuto.

Soluzioni? Non a breve...

D'accordo, ma come siamo arrivati a questa situazione? Possibile che la rete autostradale tedesca, un tempo fiore all'occhiello del Paese, non possa assecondare le esigenze di questi trasporti speciali? Evidentemente sì. Soprattutto se consideriamo che la citata rete, in gran parte, è stata costruita nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale. Tradotto: non è adatta, né è stata progettata, per trasportare le enormi pale e i segmenti di torre in acciaio, che possono arrivare a una lunghezza di 35 metri e pesare 80 tonnellate. A ciò bisogna aggiungere il deterioramento delle strade e, attenzione, dei ponti. Non adatti ai carichi pesanti. «Se i ritardi persistono corriamo il rischio che la transizione energetica si blocchi sulla strada» ha dichiarato al riguardo Hendrik Peterburs, responsabile della logistica globale di Enercon, il produttore di turbine eoliche costretto alla lunga, lunghissima deviazione da Brema.

Nella prima metà del 2023, leggiamo, Enercon ha accumulato settanta ritardi a livello di consegne. Ognuno dei quali, va da sé, ha comportato costi extra fino a 10 mila euro per singola pala. Non solo, se l'autostrada non consente consegne rapide, allora tanto vale produrre turbine in quantità industriali. Un altro costruttore, SIAG, ha ridotto di un terzo la produzione quest'estate. E questo perché i magazzini, pieni, non potevano essere svuotati visti i ritardi accumulati. 

Come va altrove?

Che fare, dunque? Quali le soluzioni sul tavolo della politica? Accontentare i produttori di turbine potrebbe richiedere anni. E miliardi di investimenti nelle infrastrutture autostradali. Il governo tedesco, su questo fronte, si è impegnato a spendere 12,8 miliardi. Ma solo dal prossimo anno. A breve termine, le aziende spingono affinché le autorità snelliscano le pratiche per rilasciare le autorizzazioni a effettuare trasporti speciali. Per dare il nullaosta allo spostamento di una pala, ad esempio, oggi potrebbero volerci anche fino a tre mesi. Così Andreas Petzold, direttore di Nordex: «Processi inefficienti, mancanza di trasparenza e carenze nella comunicazione e nel coordinamento delle autorità coinvolte stanno causando enormi ritardi, oltre a notevoli costi aggiuntivi».

Nelle ultime settimane, scrive Bloomberg, qualcosa come 15 mila permessi sono rimasti in sospeso. Il Ministero dei Trasporti, nella speranza di smaltire gli arretrati, ha introdotto a livello nazionale un nuovo strumento digitale. Ma l'ultima parola, maledetto federalismo verrebbe da dire, spetta alle autorità locali. 

Altrove, come nei Paesi Bassi o in Svezia, i processi di autorizzazione sono totalmente digitalizzati. E i permessi vengono concessi in un massimo di quattro giorni. In Francia, per contro, è vero che i trasporti eccezionali sono vietati sulle autostrade private, ma l'autorizzazione necessaria per il resto della rete è unica e vale per l'intero Esagono. 

Solo in Germania, insomma, l'affare si è complicato al punto da essere diventato un problema. Gigantesco. Hai voglia, poi, a far girare le pale...

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