Stati Uniti

Se Trump proprio non ce la fa a lasciare in pace Obama

Dalle accuse della direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard per il Russiagate, al video realizzato con l'AI con l'arresto dell'ex presidente
© KEYSTONE (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)
Red. Online
23.07.2025 08:59

«Obama ha barato sulle elezioni». Lo ha ribadito Donald Trump nel corso di un evento con i repubblicani nel Congresso. Una manfrina che va avanti da giorni. Da quando la direttrice dell'intelligence nazionale degli Stati Uniti, Tulsi Gabbard, ha chiesto che l'ex presidente venga processato. Il tutto dopo la pubblicazione di un rapporto dei suoi uffici – dal titolo «La bufala russa» – secondo cui furono fatte trapelare false informazioni ai media sulle presunte ingerenze di Mosca nelle presidenziali del 2016. La tesi è che Obama tramò per delegittimare la vittoria di Donald Trump, tentando di far credere che fosse dovuta a influenze russe.

«Per quanto potenti siano, tutti coloro che sono coinvolti in questa cospirazione devono essere indagati e perseguiti nella misura massima consentita dalla legge per garantire che nulla di simile accada mai più», ha dichiarato Gabbard. La quale ha parlato di una cospirazione architettata da alti funzionari dell'amministrazione Obama con l'obiettivo di «perpetrare quello che, in sostanza, è stato un colpo di Stato prolungato per anni». Secondo l'inchiesta, il 9 dicembre 2016 alla Casa Bianca si riunirono l’allora direttore dell’intelligence nazionale James Clapper e altri alti funzionari dell’amministrazione come John Brennan, Susan Rice e John Kerry, alla presenza di Obama. Dopo l’incontro, l’assistente di Clapper avrebbe inviato un’e-mail ai capi dei dipartimenti di intelligence chiedendo loro, «su richiesta del presidente», di lavorare su possibili interferenze russe. Ma secondo Gabbard, si trattava di intelligence politicizzata, utilizzata come base per calunnie volte a delegittimare la vittoria di Trump. Nel 2016, l’ex direttore dell’FBI James Comey aveva condotto un’indagine sul cosiddetto «complotto russo», ma fu licenziato da Trump subito dopo il suo insediamento.

Dopo quella riunione, sempre secondo la direttrice, l’intelligence americana iniziò a far trapelare indiscrezioni al Washington Post secondo cui la Russia sarebbe intervenuta nelle elezioni per far vincere Trump a discapito di Hillary Clinton. Il 6 gennaio, l’amministrazione rese pubbliche le considerazioni dei servizi, ignorando che prima delle elezioni la stessa intelligence aveva valutato che la Russia non avesse né l’intenzione né i mezzi per influenzare le presidenziali, sostiene infine il rapporto.

Il video con l'AI

Niente di più soddisfacente per Donald Trump. Che sul suo social Truth ha postato un video realizzato con l'intelligenza artificiale in cui si vede Barack Obama che viene arrestato mentre si trova nello Studio Ovale, seduto proprio accanto all'attuale presidente. Nel filmato si vedono Obama e altri esponenti democratici, tra cui Nancy Pelosi, i quali dicono che «nessuno è al di sopra della legge». Poi la scena dell'arresto sulle note di YMCA dei Village People. Il filmato finisce con Obama mesto in cella in tuta arancione, modello Guantanamo.

La declassificazione di vari documenti che ha portato anche all'apertura di un'indagine contro gli allora capi dell'FBI e della CIA, James Comey e John Brennan, è un'evidente vendetta per quella che The Donald ha sempre definito una «bufala», una «caccia alle streghe».

Alla fine è arrivata la risposta di Obama

L'ex presidente USA Barack Obama ha risposto duramente all'accusa di Donald Trump secondo cui avrebbe preso parte a un complotto per sovvertire le elezioni del 2016, definendo queste affermazioni un «debole tentativo di distogliere l'attenzione» dai dossier su Epstein. In una rara dichiarazione, l'ufficio di Obama ha diffuso una ferma smentita, affermando che l'accusa è al tempo stesso «ridicola e bizzarra».

«Per rispetto verso la carica presidenziale – si legge – il nostro ufficio di norma non si abbassa a rispondere alle continue sciocchezze e alla disinformazione che escono da questa Casa Bianca. Ma queste affermazioni sono talmente oltraggiose da meritare una replica».

«Le bizzarre accuse – continua il comunicato – sono ridicole e rappresentano un debole tentativo di distrazione. Nulla, nel documento diffuso la scorsa settimana, smentisce la conclusione ampiamente condivisa secondo cui la Russia ha cercato di influenzare le elezioni presidenziali del 2016, ma non è riuscita a manipolare alcun voto. Questi risultati sono stati confermati in un rapporto del 2020 del Comitato per l'Intelligence del Senato, composto da membri di entrambi i partiti e guidato all'epoca da Marco Rubio».

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