Se Twitter non paga l'affitto (e vende un forno per la pizza)

Elon Musk ne ha combinata un'altra. Ma questa volta non parliamo di sondaggi lanciati improvvisamente su Twitter in cui chiedere se fosse il caso di dimettersi dal ruolo di CEO dell'azienda e nemmeno di nuove funzioni apparse improvvisamente sulla piattaforma. A puntare il dito contro il 51.enne a capo di Twitter, in questo caso, è stato il «proprietario di casa». A quanto pare, infatti, Musk non paga l'affitto di alcuni uffici di Twitter ormai da troppo tempo. E il proprietario, dopo diversi richiami, gli ha fatto causa. Ma ecco, nello specifico, cosa è successo.
Un debito di 136.000 dollari
Parliamo di cifre. Sono ben 136.260 dollari, ossia poco più di 127.000 franchi, i soldi che Twitter non ha ancora versato al proprietario di casa, per l'affitto degli uffici al 30. piano della sua sede di California Street a San Francisco. Non la sede principale, dunque, che si trova nella stessa città ma al 1355 di Market Street, dove secondo quanto riporta il New York Times si sarebbe verificato comunque un ulteriore ritardo nel pagamento dell'affitto.
A dirla tutta, già lo scorso 16 dicembre il proprietario dell'edificio al 650 di California Street aveva avvisato Twitter del mancato pagamento, informando l'azienda che sarebbe stata classificata come "inadempiente" qualora non avesse versato i soldi entro cinque giorni dalla notifica. Neanche a dirlo, il 21 dicembre del denaro non c'era ancora traccia. E ora, a distanza di due settimane, il locatore (Columbia REIT 650 California LCC, per la precisione) chiede il risarcimento dei danni per l'affitto arretrato, oltre alle spese legali e a quelle aggiuntive. Nonostante la notizia abbia rapidamente fatto il giro del mondo, l'azienda - per il momento - tace e non si espone sulla questione.
«Tutta colpa di Tesla?»
Ma cosa c'è dietro il mancato pagamento dell'affitto? In diversi suggeriscono che si tratti di una "scelta dovuta". Musk potrebbe aver deciso di tagliare le spese di Twitter il più possibile, per far fronte al calo del suo patrimonio personale. Come ricorda il Guardian, il 51.enne ha infatti acquistato il social network per 44 miliardi di dollari a ottobre, ma l'azienda deve pagare circa un miliardo di dollari all'anno per gli interessi. E non è tutto. La maggior parte della ricchezza di Musk non è legata a Twitter, ma piuttosto alle azioni di Tesla che, tuttavia, hanno perso più della metà del loro valore da quando è diventato proprietario di Twitter. Non a caso, sempre a dicembre, Musk era stato superato da Bernard Arnault, perdendo il primo posto nella classifica dei più ricchi del mondo.
Un forno per la pizza all'asta
E i problemi non finiscono qui. Oltre a non pagare l'affitto e a licenziare i suoi dipendenti improvvisamente via mail, Twitter - citiamo ancora il Guardian - starebbe anche mettendo all'asta mobili da ufficio di alto livello, attrezzature da cucina e altre "reliquie" del passato appartenenti all'epoca in cui l'azienda contava più di 7.500 lavoratori a tempo pieno in tutto il mondo, il pranzo era gratuito e i lavoratori godevano di vantaggi e benefici che ora sono solo un lontano ricordo. In particolare, tra gli oggetti messi all'asta da Twitter ci sarebbero un forno per la pizza, un mixer da cucina commerciale e prestigiosi mobili di design, come le sedie Eames di Herman Miller e quelle di Knoll Diamond. E non è tutto. A essere contesi sono anche alcuni oggetti "brandizzati" con il logo dell'azienda, tra cui una statua a forma di uccellino di Twitter e un display luminoso al neon con il medesimo simbolo. Un'asta che, usando le parole del quotidiano britannico, ricorda «una svendita simile alle crisi delle dotcom dei primi anni 2000, quando le startup tecnologiche fallite vendevano i loro decadenti articoli da ufficio».