Sei colpevoli per gli attacchi terroristici del 2016 a Bruxelles

La presidente della Corte d'assise speciale di Bruxelles, Laurence Massart, li fa entrare uno a uno nell'aula del tribunale Justitia di Evére, accompagnati dalle guardie di sicurezza incappucciate di nero. Poi inizia a leggere la decisione che entra nella storia della giustizia belga ed europea: sei dei dieci imputati per gli attentati di Bruxelles del 22 marzo 2016, tra i quali Salah Abdeslam e Mohamed Abrini, sono colpevoli di aver ucciso 32 persone.
Altri due, Sofien Ayari e Hervé Bayingana Muhirwa, sono invece responsabili di essersi resi complici e aver studiato fino all'ultimo dettaglio i due attacchi all'aeroporto di Zaventem e alla stazione metropolitana di Maelbeek. I due fratelli Smail e Ibrahim Farisi sono innocenti su tutta la linea. Per sapere quale sarà la pena per tutti i colpevoli si dovrà aspettare settembre.
Alle 18:51 il tintinnìo della campanella che annunciava l'imminente lettura della sentenza è risuonato in tutti i corridoi del tribunale Justitia di Evére. Pierre Bastin, il padre della giovane Aline, morta a 29 anni nell'esplosione di Maelbeek, e con lui tutti i famigliari delle vittime, attendeva ormai da sette ore nell'aula gremita. E da sette anni una sentenza che potesse far «girare pagina» a tutti, ognuno con le sue ferite impossibili da rimarginare. Poi l'inizio della lettura di una sentenza che si protrarrà per tutta la notte.
Dopo sette mesi di processo e una delibera durata 18 giorni di isolamento - la più lunga negli annali del Paese - i dodici giurati hanno raggiunto il loro verdetto: come già sancito un anno fa a Parigi per le stragi del 13 novembre 2015, il francese Salah Abdeslam, unico superstite tra gli attentatori del Bataclan, e il belga-marocchino Mohamed Abrini - diventato per tutta la stampa internazionale l'uomo col cappello che ha accompagnato i due kamikaze allo scalo di Zaventem - sono colpevoli anche di aver fatto detonare le bombe che hanno squarciato una tranquilla mattina di inizio primavera a Bruxelles, lasciando a terra 32 persone, tra le quali anche la funzionaria europea di origini siciliane Patricia Rizzo.
E, insieme a loro, sono colpevoli di omicidio e tentato omicidio terroristico anche Osama Atar (disperso e presumibilmente morto in Siria), Osama Krayem, Sofien Ayari, Ali El Haddad Asufi. Ad aiutarli, colpevoli di aver preso parte all'organizzazione terroristica, Bilal El Makhoukhi e Hervé Bayingana Muhirwa. Sollevati da ogni accusa i due fratelli Smail Farisi e Ibrahim Farisi.
Quella mattina, ha scandito con voce ferma la presidente Massard, davanti agli occhi dei soccorritori si è presentata una «scena d'orrore», con «un odore acre di polvere e sangue». E le loro azioni hanno fatto piombare un'intera città «in un buio letargico» causando una «sofferenza» che non si è ancora esaurita. Altre quattro persone hanno perso la vita diversi anni dopo gli attentati, facendo salire il bilancio delle vittime a 36.
Accuse che Salah, al contrario di Abrini, ha contestato durante tutto il processo. E parole accolte nel silenzio pesante e rigoroso di tutte le parti civili presenti in aula. Per sapere quale sarà la pena che dovranno scontare i colpevoli, ora bisognerà aspettare l'inizio di settembre, dopo una nuova fase di requisitorie e memorie difensive, come previsto dalla legge belga. Con la certezza che per Bruxelles c'è un prima e un dopo il 22 marzo 2016.