Sgarbi contrattacca e querela Carfagna e Bartolozzi

È stato portato via di peso tra gli applausi ieri dall’aula di Montecitorio. Ciononostante, Vittorio Sgarbi non ha certo intenzione di chiudere qui la diatriba iniziata durante l’esame del decreto Giustizia. Il deputato ha infatti annunciato, attraverso il suo ufficio stampa, l’intenzione di portare la vicepresidente della Camera Mara Carfagna e la collega Giusi Bartolozzi in tribunale. «Le sole parole “irripetibili” che ho pronunciato all’indirizzo delle due “indignate di comodo” sono: “ridicola” alla Bartolozzi e “fascista” alla Carfagna. Parole perfettamente aderenti ai loro comportamenti».
«Quanto alla Bartolozzi, ex magistrato, le ho anche evocato il nome di ”Berlusconi”, solo per ricordarle che si trova in Parlamento proprio grazie alla generosità di Silvio Berlusconi, l’uomo più perseguitato d’Italia da certa magistratura. Quella magistratura che io ho denunciato nel mio discorso alla Camera e che lei ha ciecamente difeso, come se lo scandalo delle chat di Palamara fosse una invenzione. Tra l’altro io a quei magistrati del caso Palamara ho fatto riferimento, e non genericamente alla categoria dei magistrati. Quanto all’ex soubrette in catene Mara Carfagna (lo so, ricordare ciò che siamo stati è sempre un esercizio faticoso) ribadisco che impedirmi di parlare e votare è un atto fascista», si legge ancora nella presa di posizione.
Sgarbi, accompagnato all’uscita dai commessi che lo hanno sollevato per le gambe e le braccia, oltre che dalle grida: «Vergogna!», si sarebbe però rivolto alle due politiche anche con termini come «stronza». «Indegno comportamento sessista - lo ha definito il presidente di Montecitorio Roberto Fico - Ho dato mandato ai questori di aprire un’istruttoria per prendere gli opportuni provvedimenti».