E-commerce

Shein, Temu e gli altri: c’era una volta in America

Continua, a suon di prezzi bassissimi e campagne aggressive, la conquista del mercato statunitense da parte delle piattaforme cinesi
Marcello Pelizzari
02.12.2023 12:00

Una tempesta perfetta. O quasi. Da una parte, consumatori stufi di rincari e inflazione. Dall’altra, un esercito di colossi dell’e-commerce made in China con una soluzione comoda. E a portata di (pochi) dollari, soprattutto. Gli americani, per Natale, hanno abbracciato una nuova filosofia. Filosofia che Bloomberg ha definito downgrade consumption. Chiamatelo pure baratto: sempre più consumatori sono disposti a cedere sul fronte della qualità a fronte di un risparmio netto. Il tutto, beh, a vantaggio di attori cinesi come Minisio, Shein e Temu. E pazienza se proprio Temu ha fatto sollevare più di un sopracciglio a livello di sicurezza e trattamento dei dati. 

Shein, fra le altre aziende che da tempo stanno puntando con forza il mercato americano, è stata paragonata a una compagnia aerea low cost. Bloomberg, al riguardo, ha usato parole tutto fuorché accomodanti: Shein sarebbe spietata e venderebbe, fra le altre cose, perfino indumenti potenzialmente infiammabili. Per pochi centesimi, ovviamente. Da un decennio a questa parte, Shein è stata accusata di non aver rispettato i diritti dei lavoratori e, venendo alla moda, di aver rubato disegni e collezioni a vari marchi. Ciononostante, l’azienda ha continuato a crescere. E a vendere. Anche in America. 

Pur vendendo a prezzi stracciati, durante il cosiddetto Cyber Monday l’articolo meno caro era in offerta a 13 centesimi di dollaro, Shein a maggio è stata valutata 66 miliardi di dollari. Un’enormità. Ma anche una testimonianza del suo status, oramai, di attore globale. E Temu, va da sé, non è da meno. Sin dagli albori, la piattaforma è stata lanciata nel settembre del 2022, ha attirato utenti americani: dei 120 milioni di clienti attivi, il 43% vive negli Stati Uniti. Quest’anno, le stime affermano che Temu raggiungerà 14 miliardi di dollari a livello di vendite. Grazie anche a una campagna pubblicitaria aggressiva. 

Naturalmente, conquistare l’America ha un costo. E non parliamo solo di pubblicità. Ma, anche, di attenzioni politiche. Per tacere delle relazioni, ancora molto tese, fra Pechino e Washington, sfociate sul fronte tech altresì in una battaglia attorno a TikTok. Relazioni che il Dragone contava di normalizzare anche sfruttando il «vecchio amico», Henry Kissinger, venuto a mancare in queste ore all’età di cento anni. Sia quel che sia, la Cina ha saputo inserirsi in una sorta di vuoto. In un mercato, quello dell’e-commerce, che negli Stati Uniti da soli vale mille miliardi di dollari, le piattaforme di Pechino hanno saputo accontentare al meglio i tanti, diciamo pure troppi americani stufi di dover fare i conti con l’inflazione e un elevato costo della vita. Offrendo una sorta di tregua. Sì, chiamatela pure tempesta perfetta.