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Siria, trovata una fossa comune vicino a Damasco con più di 100 corpi

Le vittime sarebbero civili «presi di mira dalle forze del vecchio regime» nel 2014 – Si presume che siano stati uccisi mentre fuggivano dai combattimenti nella Ghuta orientale
© KEYSTONE (EPA/BILAL AL-HAMMOUD)
Ats
19.09.2025 16:33

Una nuova e macabra scoperta scuote la Siria: oggi le autorità hanno annunciato di aver rinvenuto una fossa comune contenente più di 100 corpi a sud-est della capitale Damasco. La notizia è stata diffusa da una fonte del ministero dell'Interno e ripresa dai media locali.

Secondo quanto riportato da un corrispondente di Al-Jazeera, che ha visitato il luogo del ritrovamento, le vittime sarebbero civili «presi di mira dalle forze del vecchio regime» nel 2014. Si presume che siano stati uccisi mentre fuggivano dai combattimenti nella Ghuta orientale, vicino a Damasco, scoppiati nel 2013 dopo la sconfitta delle forze anti-governative.

Le immagini mostrate dalla rete televisiva del Qatar mostrano resti di vestiti, ossa e teschi. Diversi media, tra cui il canale saudita al Hadath, suggeriscono che i corpi possano appartenere alle vittime del cosiddetto massacro di Otayba, avvenuto il 26 febbraio 2014 vicino alla località di Otayba, a sud-est di Damasco, per mano delle forze lealiste, e che secondo le notizie di allora provocò 170 morti. Dalla caduta di Bashar al-Assad, avvenuta l'8 dicembre 2024, decine di fosse comuni sono state scoperte in tutto il paese, ma la maggior parte non è ancora stata aperta.

La Siria non ha né i mezzi né le competenze necessarie per raccogliere e analizzare le centinaia di migliaia di campioni di DNA che sarebbero necessari per identificare le vittime. Pochi giorni dopo il suo insediamento, l'attuale leader Ahmad Sharaa ha lanciato un appello all'Onu e alle organizzazioni non governative internazionali perché forniscano assistenza a Damasco. Al momento, solo pochi esperti internazionali hanno visitato le fosse comuni vicine alla capitale per valutare le esigenze. Decine di migliaia di famiglie siriane continuano a non avere notizie dei propri cari scomparsi durante la guerra (2011-2024), che ha causato più di mezzo milione di morti secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani.

Ucciso un alto membro dell'Isis

Un alto membro dell'Isis, presunto mandante dell'attentato all'ambasciata iraniana in Libano nel 2023 e organizzatore di altri attacchi terroristici in Europa e negli Stati Uniti, è stato ucciso in Siria dalle forze speciali statunitensi secondo concordanti resoconti di stampa siriani.

Secondo le fonti, Omar Abdel Qader Bassam, noto col nome di battaglia di Abderrahman Halabi (l'Aleppino), è stato ucciso nella regione centrale di Hama durante un'operazione con truppe aviotrasportate statunitensi e irachene.

Il governo iracheno conferma che l'esercito di Baghdad ha partecipato all'operazione descritta come «anti-Isis». L'operazione si è svolta in una regione sotto il formale controllo del governo di Damasco. Secondo gli osservatori, questo indica che anche le autorità siriane, espressione dell'ex milizia Hts, fino a poche settimane fa indicata come terroristica dal Dipartimento di Stato americano, hanno dato il via libera all'operazione.

Le fonti affermano che Bassam ricopriva da anni il ruolo di responsabile delle operazioni e della sicurezza esterna del gruppo. La vittima è descritta dai media come «la mente dietro la pianificazione e la supervisione delle cosiddette province remote dell'Isis», ovvero i territori fuori da Siria e Iraq.

Bassam era tra l'altro considerato il mandante dell'attentato dinamitardo contro l'ambasciata iraniana in Libano, avvenuto nel novembre 2013 e che causò la morte di 23 persone e il ferimento di oltre 160. Secondo le fonti rra inoltre coinvolto in tentativi di attacchi in Europa e negli Stati Uniti, «sventati grazie a un'accurata attività di intelligence».