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Sisma in Kamchatka da meccanismo tipico del Pacifico

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Ats
30.07.2025 17:30

All'origine del terremoto di magnitudo 8,6 avvenuto in Kamchatka c'è il meccanismo tipico di tutti i terremoti del Pacifico, compreso quello dell'11 marzo 2011 in Giappone.

«Sono generati dal movimento della placca del Pacifico, che sprofonda sotto la placca continentale», dice all'ANSA Alessandro Amato, del Centro allerta tsunami dell'Istituto Nazionale italiano di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e presidente per il Sistema di Allarme Rapido e Mitigazione degli Tsunami dell'Unesco.

La regione in cui la placca del Pacifico sprofonda sotto quella continentale, rileva il servizio geologico degli Stati Uniti Usgs, corrisponde all'arco chiamato Curili-Kamchatka, che si estende per circa 2.100 chilometri dall'isola giapponese di Hokkaido, lungo le Isole Curili, e la costa pacifica della penisola di Kamchatka, fino a terminare all'intersezione con l'arco delle Aleutine a sud delle Isole russe del Commodoro.

Questo movimento è responsabile della generazione della catena delle Isole Curili, dei vulcani lungo l'intero arco e della Fossa Curili-Kamchatka. Si calcola che la placca pacifica si stia muovendo verso nord-ovest a una velocità compresa fra i 79 millimetri l'anno registrati vicino all'estremità settentrionale dell'arco, e gli a 83 millimetri l'anno nella parte vicina a Hokkaido.

«La faglia coinvolta è lunga fra 400 e 500 chilometri lungo la direzione della costa», ha detto ancora Amato. «È stato inoltre registrato uno spostamento di molti metri dei due blocchi di faglia e »le repliche sono state moltissime: delineano tutta la zona della faglia«.

L'allerta tsunami è scattato dopo pochi minuti dal terremoto. »Anche l'Ingv lo aveva calcolato. Le prime onde si sono registrate in buona parte del Nord del Pacifico« e si prevede che successivamente dovranno spostarsi verso Sud, anche se è difficile immaginare con quale frequenza.

»È importante capire - rileva Amato - che lo tsunami non è un'onda, ma è un treno di onde che si susseguono, e spesso la prima non è la più forte. Per questo - aggiunge - è necessario un controllo costante della situazione, che si evolve progressivamente e che potrebbe durare per molte ore«. Le prime ondate, dell'altezza di tre metri, hanno raggiunto la Papua Nuova Guinea, secondo la mappa dell'Usgs.

Rispetto a uno degli tsunami più violenti e distruttivi, quello generato dal terremoto di Sumatra del 26 dicembre 2004, quello avvenuto oggi dopo il terremoto in Kamchatka è stato 5 volte meno grande in termini di energia. »La grande differenza rispetto ad allora è che nel 2004 non esisteva ancora un sistema di allerta tsunami.