Soldati israeliani parlano a Haaretz: «Ci ordinano di sparare sulla folla»

Un articolo rivelatore quello pubblicato ore fa da Haaretz. L'autorevole giornale israeliano ha pubblicato un approfondimento dedicato alle pratiche delle Forze israeliane di difesa (IDF) nella Striscia di Gaza. Numerose le testimonianze raccolte fra i militari israeliani, che parlano di un esercito - quello di Tel Aviv - che nell'ultimo mese ha «sparato deliberatamente contro i palestinesi vicino ai luoghi di distribuzione di aiuti».
Dalle conversazioni avute con ufficiali e soldati, spiega il quotidiano israeliano, emerge che i «comandanti hanno ordinato alle truppe di sparare sulla folla per allontanarla o disperderla, anche se era chiaro che non rappresentava una minaccia. Un soldato ha descritto la situazione come una totale rottura dei codici etici delle Forze di Difesa Israeliane a Gaza».
Il ruolo di GHF
Al centro delle testimonianze, il ruolo della Gaza Humanitarian Foundation, la tanto criticata fondazione che da maggio ha preso in mano la gestione della distribuzione degli aiuti nella Striscia. E che da allora vede giornalmente, presso i suoi centri di distribuzione, massacri di palestinesi per mano delle IDF.
Proprio oggi, Medici senza frontiere (MSF) ha accusato l'organizzazione, sostenuta da Washington e Tel Aviv, di aver causato i «massacri a catena» a Gaza. «Il sistema di distribuzione alimentare promosso da Israele e Stati Uniti a Gaza, avviato un mese fa, umilia intenzionalmente i palestinesi, costringendoli a scegliere tra fame e rischio di morte per ottenere scorte minime di cibo. Più di 500 persone sono state uccise nei punti di distribuzione e quasi 4000 sono state ferite mentre cercavano di procurarsi del cibo. Questo sistema di distribuzione è un massacro mascherato da aiuto umanitario e deve essere fermato immediatamente», si legge in un comunicato pubblicato da MSF. Da quando le distribuzioni sono in corso, denuncia ancora Medici senza frontiere, le équipe mediche hanno notato un netto aumento del numero di pazienti con ferite da arma da fuoco: nell'ospedale da campo di MSF a Deir Al-Balah è salito del 190% nella settimana dell'8 giugno rispetto a quella precedente.
Contrariamente alle promesse iniziali della fondazione, si legge nell'articolo di Haaretz, la distribuzione di aiuti umanitari messa in atto da GHF è caotica. «Dall'apertura dei centri di distribuzione rapida, Haaretz ha contato 19 episodi di sparatorie nei loro pressi. Anche se l'identità dei tiratori non è sempre chiara, l'IDF non permette a persone armate di entrare in queste zone umanitarie senza che ne sia a conoscenza».
«Un campo di sterminio»
I centri di distribuzione, si legge nell'articolo, aprono in genere solo per un'ora ogni mattina. Secondo gli ufficiali e i soldati che hanno prestato servizio nelle loro aree, «l'IDF spara alle persone che arrivano prima dell'orario di apertura per impedire loro di avvicinarsi, o di nuovo dopo la chiusura dei centri, per disperderle. Poiché alcune delle sparatorie sono avvenuti di notte, prima dell'apertura, è possibile che alcuni civili non abbiano potuto vedere i confini dell'area designata».
«È un campo di sterminio», ha raccontato un soldato al giornale israeliano. «Dove ero di stanza io, ogni giorno venivano uccise da una a cinque persone e sono state uccise e sono stati trattati come una forza ostile - nessuna misura di controllo della folla, nessun gas lacrimogeno - solo fuoco vivo con tutto ciò che si può immaginare: mitragliatrici pesanti, granate e mortai. La nostra forma di comunicazione sono gli spari. Apriamo il fuoco la mattina presto se qualcuno cerca di mettersi in fila da qualche centinaio di metri di distanza. Ma non c'è alcun pericolo per le forze armate. Non sono a conoscenza di un solo caso di risposta al fuoco. Non ci sono nemici, non ci sono armi». Una pratica, questa di sparare sulle folla, che secondo il soldato israeliano viene chiamata, fra commilitoni: «Operation Salted Fish», il nome della versione israeliana del gioco per bambini «Un, due, tre, stella».
Tante, tantissime le storie raccolte da Haaretz, raccapriccianti. L'esercito, tuttavia, non permette al pubblico in Israele o all'estero di vedere i filmati di ciò che avviene intorno ai siti di distribuzione del cibo, secondo quanto raccontato da ufficiali dell'IDF al quotidiano. «Secondo loro, l'esercito è soddisfatto che le operazioni del GHF abbiano impedito un crollo totale della legittimità internazionale per continuare la guerra. Ritengono che l'IDF sia riuscito a trasformare Gaza in un "cortile di casa", soprattutto da quando è iniziata la guerra con l'Iran».
Indagini
Intanto, alcuni di questi casi sono stati sottoposti alle autorità per un'indagine sulla loro legalità. Alti funzionari dell'Ufficio dell'Avvocato Generale Militare hanno dato istruzioni affinché gli incidenti siano indagati dal Meccanismo di valutazione dei fatti dello Stato Maggiore dell'IDF, un organismo che ha il compito di esaminare i casi di sospetta violazione delle leggi di guerra. L'Ufficio dell'Avvocato Generale Militare, riporta Haaretz, avrebbe respinto le scusanti dell'IDF, che aveva definito questi massacri casi isolati» e diretti a sospetti che ponevano una minaccia per le truppe: «L'affermazione che si tratta di casi isolati non è in linea con gli incidenti in cui granate e colpi di mortaio e artiglieria sono stati sparati contro i civili», ha detto un funzionario legale al giornale. «Non si tratta di poche persone uccise - stiamo parlando di decine di vittime ogni giorno».
Sebbene l'Avvocato generale militare abbia incaricato il Meccanismo di valutazione dei fatti di esaminare i recenti episodi di sparatoria, questi rappresentano solo una piccola parte dei casi in cui sono stati uccisi centinaia di civili non coinvolti. E alcuni alti ufficiali dell'IDF «hanno espresso la loro frustrazione per il fatto che il Comando meridionale non sia riuscito a indagare a fondo su questi incidenti e stia ignorando le morti di civili a Gaza».
Interrogato da Haaretz sulle testimonianze, un portavoce dell'IDF ha risposto: «Nell'ambito della loro condotta operativa in prossimità delle principali strade di accesso ai centri di distribuzione, le forze dell'IDF stanno conducendo processi di apprendimento sistematici per migliorare la loro risposta operativa nell'area e ridurre al minimo, per quanto possibile, i potenziali attriti tra la popolazione e le forze dell'IDF. Recentemente, le forze hanno lavorato per riorganizzare l'area posizionando nuove recinzioni, segnaletica, aprendo ulteriori percorsi e altro ancora. A seguito di incidenti in cui sono stati segnalati danni ai civili che arrivavano ai centri di distribuzione, sono state condotte indagini approfondite e sono state impartite istruzioni alle forze sul campo sulla base delle lezioni apprese. Questi incidenti sono stati sottoposti all'esame del meccanismo di debriefing dello Stato Maggiore».