Solingen e l'escalation degli attacchi con coltello in Germania: che cosa dicono i dati

No, l’attacco di venerdì sera a Solingen, nel Nordreno-Vestfalia, non è un caso isolato. Al contrario, è l’ultima di tante, verrebbe da dire troppo aggressioni con arma da taglio in Germania. I dati, in questo senso, sono terribili: nel solo 2023, l’Ufficio federale di polizia criminale ha registrato 8.951 attacchi con coltello nel settore delle lesioni personali gravi e pericolose (rispetto agli 8.160 del 2022) e 4.893 nel settore delle rapine (4.195 l’anno precedente). Nella sola Berlino, la capitale, nel 2023 le autorità hanno registrato 3.842 casi nei quali è stato utilizzato un coltello come arma. Parliamo – anche qui – di un aumento (+165) da un anno all’altro. Di seguito, riportiamo alcuni degli episodi più recenti che hanno sconvolto il Paese.
L’accoltellamento nella fanzone
Tanto belli quanto, purtroppo, segnati dalla violenza. Parliamo degli Europei di calcio che, fra giugno e luglio, hanno animato la Germania. Lo scorso 26 giugno, un attacco (per fortuna) non mortale si è verificato nella fanzone di Stoccarda durante la partita fra Repubblica Ceca e Turchia. Il bilancio: tre feriti, un tedesco e due cittadini turchi, e un arresto, un venticinquenne siriano.
C’è la partita in tv…
Nella serata inaugurale del torneo, pochi giorni prima, ovvero il 14 giugno, un uomo ha fatto irruzione nel giardino di una casa a Wolmirstedt, nella Sassonia-Anhalt, accoltellando diverse persone che stavano assistendo al match fra la Germania padrona di casa e la Scozia. L’autore del gesto, un ventisettenne afghano, in precedenza aveva già aggredito e ucciso un connazionale di ventitré anni. La polizia è intervenuta uccidendo l’aggressore.
L’omicidio al campo di calcio
Nella notte fra il 15 e il 16 giugno, un uomo di trentuno anni di Francoforte è stato ucciso durante una lite fra due gruppi su un campo di calcio. La vittima è stata ferita mortalmente da un trentenne. L’autore dell’attacco, un tedesco, si è poi costituito alla polizia.
L’attacco di Mannheim
Lo scorso 31 maggio, infine, un cittadino afghano residente in Germania ha ferito a morte l’agente di polizia Rouven Laur a Mannheim. L’uomo, durante l’attacco, ha ferito gravemente anche altre cinque persone. L’obiettivo del suo folle gesto era Michael Stürzenberger, noto attivista anti-Islam nonché presidente del movimento civile Pax Europa. L’attacco si è consumato a pochi giorni dalle elezioni europee. L’aggressore è stato ucciso dalla polizia, intervenuta in forze, mentre il procuratore generale federale che ha condotto le indagini ha infine classificato l’episodio come un attacco «di motivazione religiosa». L’attacco di Mannheim ha suscitato forti, fortissime reazioni in Germania aprendo altresì un dibattito sulle possibili espulsioni dei cittadini afghani in caso di atti criminali.
E la politica?
I 16 Stati tedeschi, o Länder, da tempo auspicano misure federali più severe per far fronte all’ondata di crimini con il coltello. La ministra degli Interni, Nancy Faeser, dal canto suo ha chiesto una migliore applicazione da parte della polizia delle leggi esistenti sulle armi. Lo ha fatto sull’onda di quanto successo a Mannheim. Il Paese, invero, ha già vietato l’acquisto o il possesso di alcune armi da taglio, tra cui i cosiddetti balisong o coltelli a farfalla, che possono comportare una pena detentiva fino a tre anni o nella migliore delle ipotesi una multa. E ancora: i coltelli a una mano, che possono aperti molto facilmente, e i coltelli con lame di 12 centimetri o più non possono essere portati fuori dalla propria casa o proprietà. Sabato, all’indomani dell'aggressione mortale a Solingen, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha promesso un’azione dura contro l’aggressore. «L’autore dell’aggressione deve essere catturato rapidamente e punito nella misura massima consentita dalla legge» ha scritto Scholz su X.