Sommerso da un lago artificiale, riemerso per la siccità: il caso del villaggio Kallio

Lago di Mornos, Grecia. I media internazionali lo definiscono uno degli esempi più lampanti del crollo delle precipitazioni avvenuto nel Paese mediterraneo negli ultimi anni. E probabilmente hanno ragione. Le immagini che vengono dallo specchio d'acqua artificiale, o quel che ne rimane, sono impressionanti. Già, perché il lago artificiale – voluto negli anni Settanta per garantire l'approvvigionamento idrico di Atene – era stato creato inondando deliberatamente un villaggio, Kallio. Be', con la gravissima siccità che, quest'anno in particolare, ha colpito la Grecia, Kallio è riemerso.
Le immagini parlano da sole. Dopo un inverno secco e un'estate torrida, il grande lago artificiale si è ritirato a livelli che, secondo gli abitanti dei paesi limitrofi non si vedevano da almeno 30 anni. Secondo i dati raccolti da Reuters, che cita le foto satellitari rilasciate dall'Osservatorio nazionale greco, la superficie del lago si è ridotta dai circa 16,8 km quadrati dell'agosto 2022 ai soli 12,0 km quadrati di quest'anno, corrispondente a un calo di decine di metri, «almeno 40» secondo i frequentatori della regione. E i vicini monti, un tempo innevati nel periodo invernale, non si sono più imbiancati in tempi recenti.
«Giorno dopo giorno, l'acqua scende», ha dichiarato all'agenzia Dimitris Giannopoulos, sindaco del comune di Dorida che si affaccia sul lago. E mentre l'acqua scende, appunto, le case riemergono. Fra chi abita nei villaggi attorno al lago, c'è anche qualcuno che era lì, cinquant'anni fa, quando Kallio fu sommerso. E ora lo guarda, con tristezza, risalire dalle acque. Come la 77.enne Maria Gerodimos, che insieme al marito novantenne, Konstantinos, osserva: «Se continua così, apparirà l'intero villaggio, fino in fondo, dove c'erano la chiesa e la nostra casa».
«È una situazione da incubo», ha dichiarato Apostolos Gerodimos, capo della comunità di 60 persone costretta a spostarsi verso l'alto quando è stata costruita la diga, al Guardian. «Più il livello dell'acqua si abbassa, più gli edifici che allora erano sommersi riemergono. Se quest'inverno non piove, il problema si aggraverà notevolmente». Si stima, si legge sul quotidiano britannico, che circa 80 edifici, tra cui la chiesa Evangelistria e la scuola elementare di Kallio, siano stati «sacrificati» durante la creazione del bacino idrico. Se i contorni della prima non sono ancora stati rivelati, quelli dell'edificio in pietra che un tempo ospitava la scuola sono ora visibili a causa dell'abbassamento del livello dell'acqua.
Crisi
La situazione è grave, ben al di là delle immagini del lago Mornos. Le riserve idriche di questo e degli altri tre bacini che riforniscono l'Attica, una regione di circa 4 milioni di abitanti che comprende Atene, sono scese a 700 milioni di metri cubi in agosto, rispetto agli 1,2 miliardi del 2022, ha dichiarato il ministero dell'Ambiente. Per questo, ha spiegato Reuters, l'azienda idrica statale di Atene EYDAP ha iniziato a rifornire la rete con ulteriori fonti d'acqua. Per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo – le isole in particolare – la carenza d'acqua è diventata una delle principiali preoccupazioni.
A causa della prolungata siccità, i funzionari di EYDAP hanno dichiarato che stanno elaborando piani per una migliore gestione dell'acqua, con investimenti per 750 milioni di euro. Mentre i cittadini dell'Attica sono stati invitati a non sprecare nemmeno una goccia di oro blu. Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, ha affermato che è chiaro che il Paese avrà bisogno di costruire altre dighe. «Non possiamo permetterci il lusso di sprecare l'acqua», ha dichiarato quest'estate. «In un momento in cui sappiamo con certezza che avremo meno acqua, dobbiamo proteggere le risorse idriche in modo più metodico di quanto abbiamo fatto finora».