Media

Sotto inchiesta per «fake news» alcuni reporter del terremoto in Turchia

Mir Ali Koçer è uno degli almeno quattro giornalisti indagati per aver informato o commentato il sisma, a causa di una legge sulla disinformazione introdotta di recente
© EPA/MARTIN DIVISEK
Ats
25.02.2023 16:39

Il giornalista freelance Mir Ali Koçer si trovava a 200 miglia dall'epicentro, quando la Turchia è stata colpita dal devastante terremoto del 6 febbraio. Con macchina fotografica e microfono, si è recato nelle zone colpite per intervistare sopravvissuti e soccorritori, condividendo le loro storie su Twitter.

Ora, è sotto inchiesta perché sospettato di aver diffuso «notizie false» e rischia fino a tre anni di carcere. A raccontarlo è la Bbc, sottolineando che Kocer è uno degli almeno quattro giornalisti indagati per aver informato o commentato il terremoto. I gruppi per la libertà di stampa affermano inoltre che decine di altre persone sono state arrestate, prese di mira o bloccate dall'informare sul sisma.

Quando è avvenuto il sisma, Kocer - che è curdo e collabora con siti di notizie di opposizione come Bianet e Duvar - si è recato nella città di Gaziantep. È rimasto scioccato dalle scene di distruzione. «Quando tenevo il microfono, dietro o davanti alla telecamera, non riuscivo a trattenere le lacrime», ha raccontato.

Mentre faceva un reportage dalla regione colpita dal terremoto, la polizia di Diyarbakir gli ha lasciato un messaggio nel suo appartamento, con l'ordine di recarsi alla stazione di polizia e rilasciare una dichiarazione.

Alla stazione, gli è stato detto che era indagato ai sensi di una legge sulla disinformazione introdotta di recente. Kocer ha spiegato che la polizia lo ha interrogato sul suo lavoro sul terremoto, e lo ha accusato di aver diffuso informazioni false.

Reporter Senza Frontiere (Rsf) ha definito «assurda» l'indagine contro Kocer e ha esortato le autorità a ritirarla. Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), almeno altri tre giornalisti stanno affrontando accuse penali simili, mentre non è chiaro quali siano i numeri reali dei reporter indagati. Martedì, la polizia ha dichiarato di aver fermato 134 persone per «post provocatori» e di averne arrestate 25, ma le loro identità non sono state rivelate.

In questo articolo: