Regno Unito

Starmer ribadisce la difesa di «una BBC forte e indipendente»

Nelle sue risposte il primo ministro si è guardato da polemizzare con il presidente americano
©Kin Cheung
Ats
12.11.2025 14:09

Keir Starmer ha ribadito di essere «sostenitore di una BBC forte e imparziale in un'era di disinformazione» globale, aggiungendo, in relazione alle accuse rivolte all'emittente britannica dal presidente americano Donald Trump, che essa deve «correggere gli errori», laddove siano stati fatti, e «mettere ordine» al suo interno.

Incalzato dal liberaldemocratico Ed Davey nel Question Time del mercoledì in parlamento a denunciare l'azione legale da un miliardo di dollari minacciata dal presidente americano - azione che secondo Davey «mira a distruggere la BBC» - il premier laburista ha tuttavia glissato, evitando qualsiasi polemica con il leader della Casa Bianca.

«Io sono un forte sostenitore della BBC», ha poi insistito Starmer nel botta e risposta con Davey, evocando la necessità di un servizio pubblico «forte e indipendente», formula già evocata da Downing Street nei giorni scorsi, all'inizio della polemica sul discorso di Trump del 2021 manomesso, quando peraltro una sua portavoce aveva riconosciuto quanto accaduto come «un grave errore».

Nelle sue risposte il primo ministro si è guardato da polemizzare con il presidente americano, mentre ha condiviso le critiche del leader liberaldemocratico a Nigel Farage, additando il portabandiera di Reform UK, partito della destra trumpiana britannica, come nemico di «un'istituzione» nazionale come la tv di Stato.

Starmer si è anche rifiutato di associarsi alle accuse lanciate da Davey nei confronti delle interferenze sulla linea editoriale della BBC imputate a membri del consiglio d'amministrazione in quota Tory come Robbie Gibb, sospettato da più parti di aver alimentato a fini strumentali lo scandalo sul discorso di Trump «ritoccato» per minare l'autonomia del servizio pubblico. «Non parlo di singoli» componenti del board, ha tagliato corto il premier ignorando la sollecitazione di Davey a far «silurare Gibb».