Storica intesa su Gibilterra dopo la Brexit

Una stretta di mano a Bruxelles per chiudere uno dei capitoli irrisolti della Brexit. Nove anni dopo il referendum che ha lacerato il continente, l'Europa e il Regno Unito hanno sancito l'intesa su Gibilterra sanando una ferita antica e riaperta dal divorzio tra le due sponde della Manica.
Cadono i controlli fisici al confine con La Línea de la Concepción: barriere abbattute, niente più code, né passaggi doganali estenuanti. A rilanciare la Rocca nel quadro della nuova stagione della cooperazione tra Bruxelles e Londra è una parola chiave: libera circolazione di persone e merci nel bel mezzo della guerra dei dazi di Donald Trump. Senza però toccare il nervo sensibile della sovranità, che resta saldamente ancorata alle posizioni storiche di Londra e Madrid.
L'ingresso nell'area Schengen e l'accesso ai programmi Ue - formalizzati il 30 dicembre 2020 - hanno rappresentato soltanto il primo passo per il territorio incastonato nel sud della Spagna sotto la sovranità della Corona sin dal XVIII secolo: con l'intesa raggiunta dal commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, i ministri degli Esteri britannico e spagnolo, David Lammy e José Manuel Albares, insieme al premier di Gibilterra, Fabian Picardo, la Rocca compie un passo decisivo nel nuovo quadro post-Brexit.
Una "pietra miliare", ha esultato Sefcovic, celebrando un patto che, secondo la presidente Ursula von der Leyen, "protegge Schengen, consolida il mercato unico e garantisce stabilità all'intera regione".
Agli occhi di Londra si tratta di una "soluzione pragmatica che salvaguarda la sovranità, l'occupazione e la crescita" per un avamposto strategico nel Mediterraneo occidentale che, ha rimarcato Lammy, "resta parte della famiglia del Regno Unito". Una linea rafforzata dal Foreign Office, impegnato a ribadire con fermezza come la sovranità sullo storico approdo marittimo per la Royal Navy rimanga saldamente nelle mani di Londra, al di là di ogni rivendicazione spagnola.
Nel nuovo assetto delineato dall'intesa - che per il governo di Pedro Sánchez segna la caduta dell'"ultimo muro d'Europa" - scompaiono i posti di blocco alle porte dell'enclave. I controlli Schengen - limitati al porto e all'aeroporto - saranno affidati a Madrid, mentre Londra continuerà a gestire autonomamente la propria autorità interna.
"Una vittoria per la certezza giuridica", nella visione del premier Picardo, impegnato durante tutti i negoziati a tutelare gli interessi degli oltre 35mila gibilterrini, con l'obiettivo di tutelare la stabilità economica e sociale. Il testo dell'intesa getta anche le basi per una futura unione doganale tra l'Ue e Gibilterra, accompagnata da norme fiscali armonizzate - incluse quelle sullo spinoso dossier del tabacco - per scongiurare distorsioni economiche.
Nel pacchetto trovano spazio anche impegni comuni su aiuti di Stato, ambiente, lavoro, trasporti, antiriciclaggio e lavoratori frontalieri. Un nodo politico, quest'ultimo, per "circa 15 mila persone" che ogni giorno attraversano il valico - nei numeri offerti dal Foreign Office - e il futuro dei nuovi 'British Gibraltarians'.