Italia

Sulle Dolomiti mentre cadono frane, ignorando i divieti: scatta una multa di oltre 14.000 euro

Un escursionista inglese è stato multato dopo essere rimasto intrappolato sulla via ferrata nella zona di Croda Marcora: l'uomo aveva ignorato i segnali di divieto nell'area, dove da settimane si registrano importanti cadute massi
© Shutterstock
Red. Online
04.08.2025 23:15

«La montagna non perdona», si dice spesso quando capitano incidenti fatali sulle cime. Ma nemmeno i soccorsi alpini italiani. Ne sa qualcosa un escursionista britannico che, negli scorsi giorni, si è visto costretto a pagare una multa di oltre 14.000 euro. Il tutto per aver ignorato gli avvisi di pericolo in vigore sulle Dolomiti in questi giorni. 

La scorsa settimana, infatti, centinaia di escursionisti e turisti sono stati sfollati e decine di sentieri sono stati chiusi dopo che una serie di frane ha interessato i pendii di Cima Falkner, nelle Dolomiti. Come spiegano gli esperti, nell'area, fenomeni di questo tipo sono sempre più frequenti a causa dello scioglimento del permafrost. Motivo per cui si è reso necessario intervenire imponendo rigide misure di sicurezza, che tuttavia non tutti hanno rispettato. Tra questi, come detto, anche un 60.enne inglese. 

L'uomo, come scrivono i media britannici e italiani, ha dovuto essere soccorso dopo essersi avventurato sulla Ferrata Berti, nella zona di Croda Marcora a San Vito di Cadore, lungo un sentiero roccioso a 2.500 metri di altitudine. Nonostante le transenne e i cartelli posti nell'area, con indicazioni sia in italiano che in inglese. 

Il 60.enne era partito al mattino dal Passo Tre Croci e ha continuato, imperterrito, ignorando i divieti fino a quando non si è reso conto di essere in trappola. Nel pomeriggio, quando dalle cime sopra la sua testa hanno cominciato a cadere massi, ha chiamato i soccorsi. Ma le operazioni di salvataggio si sono rivelate molto più complesse di quanto previsto. 

La montagna su cui si era avventurato l'escursionista inglese, infatti, era avvolta dalle nuvole. Dall'allarme lanciato alle 15:30, i soccorsi sono scattati solamente alle 17:30. Il tecnico di elisoccorso, verricellato, ha agganciato l'uomo e il velivolo è riuscito ad allontanarsi con una «manovra fulminea», come ha spiegato il Corriere della Sera, evitando che nell'area si distaccassero ulteriori massi. 

Come risaputo, però, l'intervento di soccorso ha avuto un corso. E anche parecchio alto. Il solo volo dell'elicottero, durato 93 minuti, è costato 11.160 euro. Cifra a cui bisogna aggiungere anche l'IVA al 22%, che già da sola non passa inosservata. Di più, però, l'escursionista dovrà pagare anche 200 euro per l'attivazione della squadra del Soccorso Alpino, oltre a 50 euro per ogni ora di intervento (fino a un massimo di 700 euro).

Non è la prima volta, tuttavia, che si verificano episodi simili, soprattutto nelle Dolomiti. Lo scorso 19 luglio, due ragazzi belgi erano stati salvati nella stessa zona, ma avevano ricevuto un conto molto meno salato. Complice il fatto che il Belgio sia membro dell'UE.

Secondo quanto rivelato da Nicola Cherubin, capo del soccorso alpino di San Vito di Cadore, l'escursionista inglese recuperato negli scorsi giorni aveva dichiarato «di non essere a conoscenza del fatto che il sentiero fosse chiuso e di non aver visto i cartelli». Sempre secondo Cherubin, l'uomo deve ritenersi «fortunato a essere vivo». Per questa ragione, Giuseppe Dal Ben, commissario dell'ULSS 1 delle Dolomiti, ha colto l'occasione per invitare i turisti «ad avvicinarsi alla montagna con rispetto e prudenza». «Quello che è successo merita una riflessione. Gli elicotteri sono essenziali per le operazioni di soccorso che richiedono tempi di risposta rapidi in ambienti difficili», ha dichiarato. «Proprio per questo motivo, è importante che non vengano utilizzati come taxi, mettendo a rischio non solo chi fornisce assistenza, ma anche chi ne ha effettivamente bisogno».