Spazio e tecnologia

Taiwan «copia» Musk: presto una nuova costellazione di satelliti?

Visto il successo di Starlink in Ucraina, Taipei sta pensando di creare un servizio simile a quello proposto da SpaceX, così da garantire copertura internet a tutta l'isola anche in caso di attacco della Cina
©Peter Komka
Giacomo Butti
09.01.2023 12:30

Ne avevamo parlato qualche giorno fa: la guerra in Ucraina fa scuola. Visto il successo dei lanciarazzi HIMARS, ora tutto il mondo si accapiglia per assicurarsene qualche esemplare. Ma quella del sistema d'artiglieria statunitense non è l'unica storia di successo nel conflitto fra Kiev e Mosca. Anche Starlink, costellazione di satelliti di proprietà di SpaceX, sta impressionando per la sua capacità di mantenere l’Ucraina stabilmente collegata alla rete internet. Una vittoria, quella riportata dalla creatura di Elon Musk, che sta ispirando Taiwan.

Sempre collegati

A Taipei si guarda con preoccupazione alla Cina. I rapporti fra l’isola e Pechino sono sempre stati tesi, ma dall’invasione russa dell’Ucraina, Taiwan teme che Xi Jinping sia più vicino a fare la sua mossa. Un esempio? Ieri, cinquantasette aerei militari e quattro navi da guerra cinesi sono stati rilevati vicino a Taiwan. Ventotto velivoli avrebbero attraversato la linea mediana dello stretto di Taiwan violando il perimetro di sudovest della zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ).

Ecco perché, riporta il Financial Times, il governo di Taipei starebbe pensando di trarre ispirazione da Starlink per creare un proprio provider di comunicazioni satellitari. Taiwan sta attualmente corteggiando una serie di possibili investitori (nazionali e internazionali) per raccogliere fondi da dedicare al progetto. L’idea, rivela il quotidiano britannico, sarebbe scorporare una già esistente divisione satellitare della TASA (agenzia spaziale di Taiwan) per rivolgerla all’ideazione di un sistema simile a quello del patron di Tesla. Il progetto fa parte dei più ampi sforzi di Taiwan per costruire infrastrutture di comunicazione che possano sopravvivere a un attacco da parte della Cina. Pechino rivendica Taiwan come parte del suo territorio e ha minacciato sempre più spesso l'uso della forza per riportare il Paese sotto il suo controllo.

«Guardiamo all'invasione russa dell'Ucraina e al modo in cui Starlink è stato usato con successo», ha spiegato Audrey Tang, ministra degli affari digitali di Taiwan, al Financial Times. «La nostra preoccupazione principale è facilitare la resilienza della società, per assicurarci, ad esempio, che i giornalisti possano inviare video a spettatori internazionali anche durante un disastro su larga scala».

L’importanza di Starlink

L’accesso a internet fornito da Starlink, dicevamo, è stato definito da molti analisti come «determinante» per la resistenza messa in campo da Kiev nei confronti dell’invasore russo. Secondo dati forniti in ottobre, SpaceX avrebbe fornito all’Ucraina oltre 20.000 terminali con i quali catturare il segnale satellitare. Almeno 4.000 di questi sarebbero poi stati distribuiti all'esercito, divenendo uno strumento fondamentale per la comunicazione fra i centri di comando e le truppe al fronte. Già, perché le forze del Cremlino, sin dalle prime ore dell’invasione, si erano affrettate ad attaccare le infrastrutture ucraine dedicate alla comunicazione. Uno sforzo vanificato dai satelliti di Musk, che hanno permesso non solo di tenere la popolazione collegata alla rete — permettendo lo scambio di informazioni con l’esterno del Paese — ma anche di collegare cervello e braccio dell’esercito di Kiev.

Ecco perché, dunque, Taiwan guarda con interesse alla costellazione di satelliti, con l’idea di fare concorrenza a SpaceX: «Un sistema simile supporterebbe anche telefonate e videoconferenze - si pensi ai discorsi quotidiani di Zelensky», ha spiegato Tang.

Spazio trafficato

L’impresa non è delle più semplici. Starlink funziona grazie alla già citata costellazione di satelliti, mantenuta in orbita terrestre bassa (LEO). Più vicini alla Terra rispetto ai satelliti geostazionari, i piccoli strumenti di SpaceX sono in grado di ridurre drasticamente i ritardi nella trasmissione dei dati perché il segnale non deve viaggiare così lontano. Ma per coprire tutto il globo a questa distanza, devono essere numerosissimi. Tanti, tantissimi satelliti che — temono gli esperti — potrebbero aumentare a dismisura il numero di detriti spaziali orbitanti attorno al nostro pianeta.

Ora, lo spazio potrebbe farsi sempre più trafficato. Taiwan è soltanto un esempio. Il mercato dei satelliti non geostazionari, rivela il Financial Times, si sta avvicinando a un momento cruciale che potrebbe consentire a diversi Paesi di gestire le proprie costellazioni. Tra gli interessati ci sono Giappone, Corea del Sud e Australia.

Fattibilità

Ma che probabilità ci sono che Taiwan riesca nel suo progetto? Alcuni addetti ai lavori si sono detti scettici sulle prospettive di una società sostenuta dallo Stato taiwanese di competere in un mercato globale dominato da SpaceX - l'unico fornitore in grado di lanciare in modo indipendente i satelliti - e da decine di start-up in lizza per i finanziamenti. Ma la ministra di Taipei è ottimista, e ha fatto sapere fra «alcuni anni» il servizio previsto da TASA potrebbe diventare operativo. Qualche investitore, del resto, si è già fatto avanti. Tra gli interessati ci sarebbe Draper Associates, la società di venture capital della Silicon Valley che è stata uno dei primi investitori di SpaceX e Tesla.

Al momento, TASA starebbe collaborando con start-up taiwanesi come Tron Future Tech e Rapidtek per sviluppare antenne e trasmettitori simili a quelli creati dall’azienda di Musk. L’obiettivo? Lanciare fra i 120 e i 150 satelliti per garantire la copertura dell’isola.