Tecnologia occidentale nei droni usati dai russi: Bruxelles pensa a nuovi divieti

Nei droni iraniani usati dai russi per colpire le città ucraine è stata ritrovata tecnologia occidentale prodotta nei Paesi che hanno aderito alle sanzioni contro la Russia. Dal report, anticipato negli scorsi giorni dal Guardian, non sono emersi indizi su possibili atti illeciti commessi dalle aziende (due sono svizzere) che vendono questi componenti elettronici, ma piuttosto sono state evidenziate lacune sul controllo di prodotti che possono essere usati in armamenti come UAV (unmanned aerial vehicle) e missili. Nonostante i componenti siano stati realizzati in Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Polonia, Stati Uniti, Canada e Giappone, la maggior parte delle importazioni dell’Iran provengono infatti da Turchia, India, Kazakistan, Uzbekistan, Vietnam e Costa Rica. Paesi che possono eludere le sanzioni adottate da gran parte del mondo occidentale.
La diffusione del documento redatto da Kiev, non ha lasciato indifferente la Commissione europea. Bruxelles ha avvisato le aziende e i governi europei che potrebbe arrivare divieti sulla vendita di tecnologia alla Turchia e ad altri Paesi da cui l'Iran e la Russia acquistano componenti elettronici.
Secondo un portavoce della Commissione europea, interpellato dal Guardian, il fatto che tali prodotti provengono da Paesi terzi, e non da quelli produttori, dimostra che le sanzioni dell’UE stanno creando «una pressione significativa» su Mosca, ma è comunque necessario un controllo più rigoroso da parte degli Stati che hanno adottato misure conto la Russia: «Bisogna tenere d’occhio gli operatori stranieri che riesportano merci sanzionate dall’UE all’insaputa del produttore. In questo scenario, abbiamo cercato il sostegno delle autorità dei Paesi terzi per garantire che le merci esportate dall’UE non raggiungano la Russia». E non arrivino in Iran: il decimo pacchetto di sanzioni, infatti, includeva per la prima volta sette entità iraniane che hanno utilizzato componenti dell’UE e fornito alla Russia droni militari Shahed per attaccare le infrastrutture civili in Ucraina.
Il portavoce della Commissione europea ha inoltre aggiunto che l’inviato per le sanzioni dell’UE, David O’Sullivan, sta lavorando a stretto contatto con le giurisdizioni dei Paesi terzi per garantire che le restrizioni non vengano eluse. Questa iniziativa avrebbe già mostrato alcuni «risultati tangibili», e sarebbe stato stilato un «elenco prioritario di beni sanzionati»: le aziende dovrebbero applicare più controlli su determinati prodotti, mentre i Paesi terzi non dovrebbero esportarli verso la Russia.
Dalla Commissione europea hanno fatto sapere che, se queste nuove misure non dovessero risultare efficaci, l’unica opzione sarebbe quella di «smettere di esportare determinati beni verso i Paesi che eludono le sanzioni». Insomma, l’UE potrebbe vietare l’esportazione di tecnologia verso quegli Stati che la Russia e l'Iran utilizzano per aggirare le sanzioni: «Ciò dovrebbe fungere da forte deterrente per altre società internazionali affinché l’elusione delle restrizioni non sia più tollerata», ha sottolineato il portavoce della Commissione europea.
Berna inasprisce le sanzioni
Dopo che due aziende elvetiche sono finite nella lista di Kiev, il Consiglio federale ha adottato quest'oggi ulteriori sanzioni in relazione alla fornitura di droni iraniani alla Russia, associandosi alle nuove misure decise dall’Unione europea (emanate lo scorso 20 luglio nell'ambito di un nuovo regime sanzionatorio) come conseguenza dell’impiego dei velivoli contro l’Ucraina. Le modifiche adottate da Berna entrano in vigore oggi dalle 18.
In una nota del Consiglio federale si legge: «La vendita, la fornitura, l'esportazione e il transito di componenti utilizzati per la costruzione e la produzione di veicoli aerei senza pilota sono ora vietati. Inoltre, sono previste sanzioni finanziarie e restrizioni di viaggio mirate per persone e organizzazioni che sostengono il programma di droni iraniano. La Svizzera ha ripreso queste nuove sanzioni nell'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Repubblica Islamica dell'Iran. La Svizzera adotta gli elenchi delle sanzioni dell'UE relative alla fornitura di droni iraniani in Russia già dall'autunno 2022; l'ultimo elenco è stato ripreso il 16 agosto 2023 nell'ambito dell'ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina. Con la decisione del 29 settembre 2023 il Consiglio federale prosegue lo stretto partenariato tra la Svizzera e l'UE in materia di sanzioni».