Tocca i glutei a una studentessa per «meno di 10 secondi»: non è violenza sessuale

Sta facendo parecchio discutere in Italia, specialmente sui social media, il caso di un bidello assolto dalle accuse di violenza sessuale, dopo aver toccato i glutei di una studentessa. Secondo il Corriere della Sera, il 12 aprile del 2022, mentre gli allievi salivano le scale dell’istituto Cine Tv Roberto Rossellini di Roma, il collaboratore scolastico di 66 anni palpeggiò la ragazza, all'epoca 17.enne, ma «solo» per «una manciata di secondi». Negli scorsi giorni il tribunale ha stabilito che l’uomo non avrebbe indugiato nel toccamento: la sua è stata considerata dai giudici una mossa «maldestra, ma priva di concupiscenza». Il tribunale ha dunque respinto l’accusa di violenza sessuale, ritenendo convincente «la tesi difensiva dell’atto scherzoso». Insomma, il 12 aprile del 2022, il toccamento, «durato tra i 5 e i 10 secondi» come denunciato dalla studentessa, è sì avvenuto, ma senza «l’elemento soggettivo», cioè l’intenzione da parte del bidello di molestare la ragazza.
Stando al racconto della giovane, l’uomo le avrebbe messo le mani nei pantaloni, sotto le mutandine, palpeggiandole i glutei, per poi sollevarla da terra. Versione, questa, confermata da un’amica della studentessa, ma non dal bidello: l’uomo ha ammesso di aver palpeggiato i glutei della giovane e di averla sollevata, ma ha sostenuto di non aver mai infilato le mani sotto i pantaloni, parlando di un semplice «scherzo» (dopo il fatto, avrebbe pure inseguito la giovane per dirle «Amo', lo sai che scherzavo»).
La sentenza di assoluzione ha fatto subito il giro dei social network, e molti utenti di Instagram e TikTok si sono filmati mentre, cronometro in bella vista, si auto-palpano (o toccano i glutei a un'altra persona) per pochi secondi, oppure si lanciano in sketch satirici, come passare col semaforo rosso entro 10 secondi, così «non è reato». Il trend #10secondi, lanciato dall’attore Paolo Camilli, è stato replicato e condiviso migliaia di volte per invitare a riflettere sulla domanda: «Dieci secondi sono pochi quando toccano il tuo corpo contro la tua volontà?». E c'è chi, parlando di palese molestia sessuale, ha scritto: «Fermatevi un secondo a riflettere su quanti siano 10 secondi per una palpata. Contate. Sono un’eternità».
La diretta interessata, dopo l’assoluzione, ha spiegato al Corsera: «Questa non è giustizia. Inizio a pensare di aver sbagliato a fidarmi delle istituzioni perché mi sono sentita tradita due volte. Prima a scuola, dove è successo quello che è successo. Poi dal tribunale. Dopo questa decisione, se una ragazza viene palpeggiata, finirà per pensare che non vale la pena denunciare una violenza. Nel mio caso la denuncia l’ha presentata la scuola, che mi ha sostenuta. Le denunce vanno fatte per avere giustizia. Il silenzio, in generale, protegge gli aggressori». La speranza ora è «che la Procura faccia appello, perché se non lo facesse, lo vivrei come un altro tradimento», ha sentenziato la giovane.