Il vertice

Tra accordi e qualche disaccordo «la nostra è una relazione speciale»

Stati Uniti e Regno Unito hanno ribadito di essere connessi da «un legame indistruttibile» – L'incontro tra Donald Trump e Keir Stermer ha portato a un'intesa commerciale da 250 miliardi
© KEYSTONE (EPA/NEIL HALL / POOL)
Paolo Galli
18.09.2025 23:06

«Siamo la coppia più bella del mondo». Stringi stringi, il messaggio trasmesso da Donald Trump e Keir Starmer, uniti a Chequers, è stato questo. Un messaggio costruito tra i lustrini e gli onori. E i tappeti rossi. «Uno dei più grandi onori della mia vita», avrebbe detto il presidente americano dopo il mercoledì tra i reali. Ha strappato anche un accordo commerciale da 250 miliardi, «che risulterà comunque più conveniente per il Regno Unito che non per gli Stati Uniti». Più in generale, questi giorni passati in Europa si spera possano fungere da collante nel quadro degli equilibri atlantici. Ma il tutto va maneggiato con cura, come sempre. «Abbiamo rinnovato il rapporto speciale per una nuova era», ha affermato Starmer. E Trump: «Nessun’altra coppia di nazioni, nella storia, ha fatto tanto per il bene del pianeta». I due Paesi, secondo il tycoon, sono «uniti per sempre» e saranno per sempre amici.

Da un tappeto rosso all’altro

Sono emerse anche divisioni, posizioni qua e là inconciliabili - sul riconoscimento di uno Stato palestinese, per esempio -, ma per un giorno tutto questo è passato cordialmente in secondo piano. Almeno per un po’, Washington e Londra hanno finto che il mondo sia un posto più facile, e che lo sia grazie alla loro vicinanza, al loro patto. Naturalmente non potrà bastare questa rinnovata alleanza a semplificare ogni cosa, ogni fronte. Ma la ventata di speranza è arrivata anche più in là, fino in Ucraina. Trump ha ribadito che «ancora una volta» Vladimir Putin lo ha deluso. «Ma speriamo di avere presto buone notizie da darvi». A questo punto, con maggiore concretezza, Starmer ha invitato lo stesso Trump a intensificare le azioni contro il presidente russo. «È sfacciato», ha ipotizzato il premier britannico, «oppure è imprudente. Ecco perché gli alleati devono intensificare gli sforzi contro di lui». La ricetta proposta, tra le righe, è sempre la stessa: un’azione europea, ma con la garanzia della presenza degli Stati Uniti. Tutto per evitare di andare verso quella «terza guerra mondiale» ventilata tempo fa proprio da Trump. Il quale si è quasi giustificato, dicendo che pensava che risolvere la questione ucraina sarebbe stato «più facile». «Putin ha mostrato il suo vero volto», ha aggiunto Starmer. Insomma, posizioni di nuovo allineate. Fino a quando, difficile dirlo. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov ha provocato gli alleati dal Cremlino: «Gli europei non hanno nascosto il fatto di continuare apertamente a dissuadere la leadership statunitense da qualsiasi azione costruttiva nei confronti della Russia nel contesto della crisi ucraina. Vogliono che gli Stati Uniti tornino sulla china scivolosa in cui si trovavano sotto Joe Biden, quando questa si chiamava “la guerra di Joe Biden”». Da Mosca, si torna a ricordare quanto emerso in Alaska, e tornano a galla anche quelle immagini e sensazioni. Allora, d’altronde, il tappeto rosso era stato usato per Putin.

Più petrolio, ma non russo

L’alleanza tra Stati Uniti e Regno Unito, naturalmente, non è solo strategica, ma anche economica. Gli accordi bilaterali raggiunti tra i due leader politici - che pure non hanno cancellato i dazi, ormai saldamente radicati nella politica fiscale USA - promuoveranno investimenti reciproci da record, visto che coinvolgeranno, nel complesso, 250 miliardi di sterline. Una cifra che - unita a quella della stima dei posti di lavoro che verranno creati: 1,5 milioni - ha portato i due a dichiararsi affetto reciproco: «Ci piacciamo sinceramente», hanno detto all’unisono. «Un accordo in scienza, tecnologia ed energia e questo creerà una cooperazione tra il settore privato, il settore accademico e quello industriale, dell’IA. Questo consentirà alle nostre nazioni di essere alla guida dell’innovazione». Trump ha aggiunto pure che la cooperazione tra i due Paesi riguarderà anche l’energia nucleare. «Questo accordo aiuterà la nostra alleanza a dominare anche il futuro dell’intelligenza artificiale, abbiamo bisogno di energia per questo». Trump e Starmer hanno quindi firmato il cosiddetto Tech Prosperity Deal, «un progetto per vincere assieme». In conferenza stampa, i due hanno parlato proprio di energia. Con Trump che ha invitato Starmer ad abbandonare l’idea dell’energia pulita. «La mia politica del “trivella, bello, trivella” è quella giusta». Insomma, più gas e più petrolio. Ma non russi. «Sono disposto a fare altre cose, ma non quando le persone per cui mi batto comprano petrolio dalla Russia. Se il prezzo del petrolio scende, molto semplicemente, la Russia si accontenterà» di un compromesso. Non è un caso se, sempre Lavrov, ha anche detto: «Il presidente Putin ha ripetutamente affermato che, alla fine, un accordo duraturo implica un compromesso. Siamo pronti a cercarlo a condizione che vengano tutelati i nostri legittimi interessi di sicurezza, i legittimi interessi del popolo russo in Ucraina, così come i legittimi interessi delle altre parti di questo accordo». Trump poi ha parlato del licenziamento, da parte della ABC, del conduttore Jimmy Kimmel, di libertà di parola, di Afghanistan, di immigrazione illegale (dando il consiglio a Starmer di utilizzare l’esercito per fermarla). La questione Gaza è rimasta volutamente sullo sfondo. I due hanno riconosciuto di essere in disaccordo, ma poi nessuno ha voluto approfondire. Nessuno voleva si guastasse il clima da «coppia più bella del mondo». O giù di lì.