Tra amore per la patria e costi elevati: perché i giapponesi non viaggiano più?

Hanno il passaporto più potente del mondo, ma non amano viaggiare. Parliamo dei giapponesi. Secondo un'indagine condotta dalla CNN, sembrerebbe infatti che i viaggiatori del Paese del Sol Levante non abbiano più particolarmente voglia di preparare i bagagli e volare verso altre destinazioni nel mondo. I dati dello studio della società di intelligence Morning Consult, dopotutto, parlano chiaro. Dal loro sondaggio emerge infatti che il 35% degli intervistati giapponesi ha dichiarato di non avere più intenzione di viaggiare di nuovo. Un numero alto, il più alto di tutti i Paesi partecipanti all'indagine. Incredibile, forse, da credere. Ma non secondo gli esperti. Scopriamo perché.
Partiamo dal principio. Ai giapponesi viaggiare non è mai particolarmente piaciuto. Almeno, secondo quanto sostiene Testu Nakamura, un professore dell'Università di Tamagawa esperto in psicologia e comportamento turistico. «Nel 2019, ma anche prima della pandemia, i giapponesi che viaggiavano all'estero almeno una volta all'anno erano circa il 10% della popolazione», confessa l'esperto ai microfoni della CNN. Ma c'è di più. Secondo uno studio condotto proprio da Nakamura, i viaggiatori giapponesi si possono classificare in due diverse categorie. I primi sono quelli «passivi», ossia coloro che dicono di voler viaggiare all'estero ma non lo fanno. E poi ci sono i cosiddetti «negazionisti», ossia persone che non mostrano alcun interesse a viaggiare all'estero. E, coerentemente, nemmeno lo fanno. Per questo motivo non è raro che alcuni giapponesi, in particolare i giovani adulti, abbiano fatto l'ultimo viaggio in tempi scolastici, per esempio al liceo.

L'amore per casa
Ma passiamo alle ragioni che spingono i cittadini del Paese del Sol Levante a non abbandonare le proprie case e la propria nazione, nemmeno per concedersi un po' di relax e di svago. La primissima motivazione è molto semplice, e legata proprio all'amore per la propria Nazione. I giapponesi, a conti fatti, stanno bene a casa. Si spostano poco e se lo fanno è sempre in Giappone. Molti di loro, confessa infatti il professor Nakamura, sono ancora convinti che i viaggi all'estero siano particolarmente dispendiosi in termini di tempo, abilità e pianificazione.
Ne sono una prova alcuni giapponesi intervistati per l'occasione dalla CNN. Un ragazzo di 25 anni di nome Hiroo confessa di aver sempre desiderato visitare gli Stati Uniti perché si tratta di un luogo adatto ai motociclisti. Tuttavia, il giovane non ha mai organizzato il viaggio, perché ritiene che anche solo programmarlo sia particolarmente difficile. Ma per lui questo non è assolutamente un problema. Il 25.enne, il cui ultimo viaggio risale ai tempi delle superiori quando visitò il territorio di Guam, ammette di non aver mai sentito il bisogno di volare oltreoceano. «Il Giappone, in fin dei conti, è ricco di destinazioni interessanti per i motociclisti», spiega il ragazzo.
Ma non è tutto. Secondi alcuni analisti, la pandemia ha modificato anche la «mentalità giapponese». Chi un tempo viaggiava, ora ha paura di andare all'estero e teme di contagiarsi. Anche se, a detta degli esperti, si tratta di una tendenza che potrebbe lievemente cambiare quando il coronavirus verrà definitivamente archiviato.
Costi troppo alti
Stare bene a casa, tuttavia, è solo il primo dei motivi che porta i turisti giapponesi a non volare nel resto del mondo. Altrettanto importante è infatti anche il costo del viaggio. Ormai da decenni, lo yen è ai minimi storici. Molti cittadini, per questo motivo, non hanno ricevuto un aumento nel corso degli anni. E ad essere particolarmente colpiti sono proprio i più giovani, che rispetto alle generazioni più anziane hanno meno soldi da parte. Per questa ragione, tra coloro che si sono detti più propensi a tornare a viaggiare alla fine della pandemia, c'erano proprio i più anziani. Pur preferendo, anche in questo caso, i viaggi «domestici».
Aki Fukuyama, 87.enne ex dirigente finanziario di un conglomerato alberghiero, grande viaggiatore in passato, cita la sua salute e l'età come ragioni principali che gli impediscono di viaggiare ancora fuori dal Giappone. «Sono andato spesso all'estero, fino a circa 15 o 20 anni fa. Non mi aiuta il fatto che la maggior parte dei miei amici sia morta. Ora ho intenzione di viaggiare in patria, magari in un posto vicino, se qualcuno mi invita», ha confessato alla CNN.
Un calo dell'86,2%
Tuttavia, secondo il professor Nakamura, è anche una questione di attitudine. A detta dell'esperto, i giapponesi che hanno sempre amato viaggiare continueranno a farlo, nonostante le pressioni di una società sempre più restia a spostarsi fuori dalla patria. I numeri divulgati dall'Organizzazione Nazionale del Turismo Giapponese dimostrano un calo nel numero dei viaggiatori, ma coloro che amano spostarsi per turismo continueranno a farlo, senza lasciarsi ostacolare dal conformismo sociale. Anche se le cifre sono nettamente inferiori a quelle del passato. Dai 20 milioni di viaggiatori giapponesi del 2019 all'estero, si contano oggi solamente 2,7 milioni di turisti giapponesi. Un calo dell'86,2% che, viste le tendenze, non sembra destinato a cambiare. Ma i giapponesi, dopotutto, sono felici così.