Repressione

Tre uomini condannati a morte: scontri e proteste in Iran

I manifestanti si sono radunati davanti al carcere di Isfahan per impedire l'esecuzione, ma sono stati attaccati dalla polizia – Da inizio anno giustiziate almeno 209 persone - VIDEO
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Red. Online
15.05.2023 16:45

Agenti della polizia iraniana hanno attaccato e aperto il fuoco contro un gruppo di manifestanti che protestava a Isfahan contro la possibile esecuzione di tre prigionieri arrestati lo scorso 21 novembre. Si tratta di Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed Yaghoubi, accusati di «attacco terroristico armato» e di avere ucciso tre membri delle forze di sicurezza. I tre sono stati condannati alla pena di morte per «Muharebeh» (inimicizia contro Dio) per avere «minato la sicurezza del Paese» utilizzando armi e guidando un gruppo criminale. I loro famigliari sostengono che i tre uomini sono innocenti e che l'unica prova contro di loro è una confessione estorta con la tortura.

I parenti dei tre uomini, insieme ad altri manifestanti, si sono radunati nelle scorse ore davanti al carcere di Dastgerd, a Isfahan, nell'Iran centrale, dopo la diffusione di alcuni rapporti che parlavano di una impiccagione imminente. «Questo è il nostro ultimo messaggio: ci sarà un rivolta se li impiccate», hanno gridato i dimostranti, come si può vedere in video diventati virali sui social media (vedi sotto). Non sono mancate neppure le solite critiche alla Guida Suprema Ali Khamenei, da mesi definito un «dittatore».

Uno dei prigionieri, Majid Kazemi, ha recentemente diffuso un messaggio audio in cui dichiara di essere stato picchiato e torturato in carcere. Le forze di sicurezza avrebbero pure minacciato di stuprarlo e di uccidere i suoi famigliari. Oltre 40 dimostranti arrestati durante le proteste hanno ricevuto o potrebbero ricevere la pena capitale: più di 60 persone sono state già giustiziate dalla fine di aprile.

La scorsa settimana, l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha invitato le autorità iraniane a «fermare tutte le esecuzioni» e ad «abolire la pena di morte».

Türk ha dichiarato che in Iran vengono condannate a morte più di 10 persone a settimana, un bilancio che rende il Paese «uno dei massimi esecutori al mondo». Dal primo gennaio 2023 sarebbero state giustiziate almeno 209 persone, ma la cifra «potrebbe essere più alta a causa della mancanza di trasparenza del governo».