Trump a muso duro con la Cina: «Basta con i sorvoli della Russia»

Basta, davvero, con i sorvoli della Russia. Giovedì, l'amministrazione Trump ha proposto di vietare alle compagnie cinesi di sorvolare la Federazione Russa sulle rotte da e per gli Stati Uniti. La pratica, se così vogliamo chiamarla, sin qui ha consentito ai vettori di Pechino di ridurre i tempi di volo rispetto alla concorrenza a stelle e strisce, bandita dai cieli di Mosca da oltre tre anni oramai in risposta alle sanzioni occidentali pronunciate in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte russa. Un problema, questo, noto anche alle compagnie europee, costrette a evitare la Russia e, quindi, a proporre tempi di percorrenza più lunghi rispetto ai colleghi cinesi sulle rotte da e per l'Asia.
La proposta, come spiega Reuters, si inserisce nell'escalation commerciale fra le due maggiori economie mondiali. Segue, soprattutto, un annuncio fatto sempre giovedì da Pechino, con la Cina che inasprirà i controlli sulle esportazioni di terre rare, minerali fondamentali per l'industria statunitense. La mossa dell'amministrazione Trump, indubbiamente, fa il gioco delle compagnie americane, che da tempo si lamentano (proprio come quelle europee) del vantaggio competitivo di cui godono i vettori cinesi: tempi di volo ridotti significano meno carburante e possibilità di «giocare» sul prezzo dei biglietti, offrendo tariffe più vantaggiose ai passeggeri.
La Russia, dicevamo, ha impedito alle compagnie aeree occidentali di sorvolare il suo spazio aereo sulla scia della guerra in Ucraina e delle sanzioni, compresa la chiusura dello spazio aereo, pronunciate nei confronti di Mosca. Non avendo mai aderito alle misure punitive nei confronti del Cremlino, la Cina ha sempre potuto usufruire dello spazio aereo della Federazione. Mantenendo rotte e sorvoli. Il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, giovedì, nella sua proposta di ordinanza ha dichiarato che la situazione venutasi a creare in questi ultimi tre anni è «ingiusta e ha provocato sostanziali effetti negativi sulla concorrenza dei vettori aerei statunitensi». La decisione del Dipartimento dei Trasporti potrebbe avere ripercussioni su alcuni voli statunitensi operati da Air China, China Eastern, Xiamen Airlines e China Southern. Il Dipartimento, per contro, non ha nominato la compagnia aerea Cathay Pacific, con sede a Hong Kong, che sorvola la Russia sulla sua rotta New York-Hong Kong, come confermato dal sito web di monitoraggio dei voli Flightradar24.
Le azioni delle tre maggiori compagnie aeree cinesi quotate in Borsa, venerdì, sono scese leggermente, con Air China calata dell'1,3%, China Southern dell'1,8% e China Eastern dello 0,3%. Dopo la pandemia, i vettori di Pechino hanno faticato e non poco a riprendersi, registrando cinque anni consecutivi di perdite annuali. La mossa dell'amministrazione Trump, dicevamo, si inserisce nel contesto, più ampio, di guerra commerciale fra Pechino e Washington. Boeing, rimanendo nel campo dell'aviazione, è in trattative per vendere 500 aerei alla Cina. Boeing, così facendo, intende tornare ad aggredire il secondo mercato aeronautico più importante al mondo. Ma, appunto, al momento le trattative sono complicate dal contesto. Il Dipartimento dei Trasporti ha concesso ai vettori cinesi due giorni di tempo per rispondere alla proposta e, al contempo, ha dichiarato che l'ordine finale potrebbe entrare in vigore già a novembre.
Nel maggio 2023, giova ricordarlo, gli Stati Uniti hanno approvato ulteriori voli da parte di vettori cinesi a patto che questi accettassero di non sorvolare la Russia sulle nuove rotte, secondo quanto riportato da Reuters. L'anno scorso, il Dipartimento dei Trasporti ha dichiarato altresì che le compagnie aeree cinesi avrebbero potuto aumentare i voli settimanali di andata e ritorno negli Stati Uniti fino a 50, ma le pressioni dei sindacati e delle compagnie aeree statunitensi alla fine hanno avuto la meglio. Prima che, all'inizio del 2020, venissero imposte restrizioni a causa della pandemia, erano consentiti oltre 150 voli settimanali di andata e ritorno fra i due Paesi. Alcuni vettori statunitensi, per contro, hanno comunicato all'amministrazione Trump che i voli diretti della costa orientale verso la Cina non sono economicamente fattibili se non sorvolano la Russia. In alcuni casi, i vettori devono lasciare alcuni posti liberi e ridurre il carico a causa della maggiore lunghezza del volo.