Il caso

Trump e Orbán amici per la pelle? Le ragioni dietro il discusso MEGA

Il motto «Make Europe Great Again», scelto per rappresentare la presidenza ungherese al Consiglio UE, è emblema della vicinanza fra il leader di Budapest e il tycoon – Un'amicizia che potrebbe avere impatti sulla strategia adottata dal mondo nei confronti della guerra in Ucraina
Red. Online
19.06.2024 12:05

Il 1. luglio l'Ungheria assumerà ufficialmente la presidenza di turno al Consiglio dell'Unione Europea. Sei mesi durante i quali, ha garantito il governo di Viktor Orbán, Budapest si proporrà come «onesta mediatrice», cercando di cooperare «in maniera sincera con i Paesi e le istituzioni UE». Eppure, a settimane dal semaforo verde, il motto scelto dal premier ungherese e svelato ieri dal ministro degli Affari europei Janos Boka porta già qualche mugugno. Make Europe Great Again. MEGA. Un'evidente riferimento al mantra MAGA (Make America Great Again) che da anni caratterizza le campagne elettorali di Donald Trump. 

Interrogato sui motivi dietro la scelta, Boka ha glissato, limitandosi a rispondere: «Non sono sicuro che il presidente Trump abbia mai voluto rendere l'Europa di nuovo grande». Come a dire: "Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale".

I contatti

Ma i contatti fra The Donald e Orbán, che in Europa si autodefinisce un dissidente – forti, ancora, i legami con il presidente russo Vladimir Putin – sono reali. Già a ottobre 2023, per fare un esempio, l'ex presidente statunitense si era lanciato in lodi sperticate nei confronti del premier ungherese: «C'è un uomo, Viktor Orbán, qualcuno ha mai sentito parlare di lui? È probabilmente uno dei leader più forti del mondo», aveva affermato in un comizio elettorale. Per poi cadere nella gaffe: «È il leader della Turchia». A gennaio 2024, poi, Orbán aveva ricambiato il favore (salvo la figuraccia) dando il proprio endorsement al tycoon: «Oggi non vedo un altro leader in Europa o in America che sia abbastanza forte da fermare una guerra. La pace ha un nome: Donald Trump».

Si tratta solo di esempi. Innumerevoli le reciproche attestazioni di stima snocciolate negli ultimi anni. Un corteggiamento culminato a marzo 2024 con la visita di Orbán alla residenza trumpiana di Mar-a-Lago. «Non c'è nessuno che sia più intelligente o un leader migliore di Viktor Orbán. È fantastico», aveva affermato allora l'ex presidente di fronte a una folla riunita per un concerto nel resort in Florida.

Tanto forti i legami tra i due, che mentre i dignitari stranieri si affollavano a Washington, in vista del discorso del presidente Joe Biden sullo Stato dell'Unione, Orbán ha saltato la visita alla Casa Bianca presentandosi invece alla Heritage Foundation, un think tank conservatore che supervisiona il 2025 Project, un progetto di governo in vista di un eventuale prossimo mandato di Trump.

E in questi mesi i contatti sono rimasti stabili. Con l'ospitata, solo sei giorni fa, di Donald Trump Jr. a Budapest, debitamente pubblicizzata da Orbán stesso su Instagram.

L'impatto sulla guerra

La vicinanza tra i due è rilevante anche e soprattutto per l'impatto che potrebbe avere sulla guerra in Ucraina. Vicino, vicinissimo alla Russia, Orbán si è a lungo opposto alle sanzioni europee contro il Paese impegnato nell'invasione. Dopo la visita a Mar-a-Lago, Orbán si era affrettato a rendere pubblica la posizione di Trump sulla guerra: «Non darà un solo centesimo a Kiev. Per questo la guerra finirà, perché è ovvio che l'Ucraina non può stare in piedi da sola», aveva affermato il premier ungherese. Il concetto era stato ribadito in aprile dallo stesso ex presidente, che in una conversazione privata, resa pubblica dal Washington Post, aveva affermato di essere pronto a sostenere la fine della guerra tramite la cessione di ampie zone dell'Ucraina alla Russia.

Già, ma questo concetto di pace cozza con quello di "pace giusta", promosso dal resto dell'UE e dalla Svizzera stessa tramite il vertice del Bürgenstock, che prevede l'annullamento di ogni annessione illegale avvenuta in questi mesi (anni): dai territori del Donbass alla Crimea.

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