Il caso

Trump, il montaggio manipolato e la caduta della BBC: che cosa è successo davvero

Le dimissioni di Tim Davie e Deborah Turness, direttore generale e CEO dell'emittente pubblica, sarebbero solo la punta di un iceberg problematico
©Kin Cheung
Marcello Pelizzari
10.11.2025 17:00

E così, la BBC è finita nella bufera. Un'altra volta, verrebbe da dire, anche se – a questo giro – le conseguenze sono gigantesche. Mai, infatti, nella storia dell'emittente pubblica britannica il direttore generale e l'amministratore delegato si erano dimessi nello stesso momento. Tim Davie e Deborah Turness hanno concordato la loro uscita dopo le rivelazioni del Telegraph e, appunto, le inevitabili polemiche. Polemiche sollevate dal quotidiano conservatore e incentrate su un documentario a tema Donald Trump mandato in onda da Panorama, programma di punta della BBC, nel quale alcune immagini di un discorso del presidente – ecco l'accusa – sono state montate in modo fuorviante. Nello specifico, in Trump: A Second Chance?, trasmesso lo scorso anno e realizzato per la BBC da una società di produzione indipendente, due parti del discorso sono state messe insieme di modo che il tycoon sembrasse incoraggiare, apertamente, l'assedio a Capitol Hill del 2021. Della serie: marcerò con voi verso il Campidoglio «per combattere come diavoli».  

Le dimissioni, congiunte, rientrano evidentemente in un discorso di trasparenza e, soprattutto, responsabilità. Riassumendo al massimo: chi sbaglia, paga. Tuttavia, a monte resta parecchio non detto. C'è chi, con il tradizionale aplomb britannico, ha sussurrato che la BBC, in realtà, da anni ha un problema di pregiudizi all'interno della sua divisione notizie e chi, invece, si è chiesto se quanto accaduto non faccia parte di una campagna orchestrata ad arte contro l'emittente stessa. A peggiorare le cose, è indubbio, è stata proprio la BBC. Non tanto, o non solo, per la questione del documentario, ma per come (non) ha reagito di fronte a quanto emerso e, parallelamente, alle accuse di pregiudizio sistemico. Perché, ad esempio, non affrontare subito, di petto, la questione del discorso di Trump fornendo, quantomeno, la propria versione? Agire con il giusto tempismo, si sono affrettati ad affermare gli esperti di comunicazione, avrebbe permesso all'azienda di continuare a difendere l'attività giornalistica dalle altre (e sono tante) accuse di parzialità. Al contrario, la vicenda è letteralmente esplosa fra le mani dei dirigenti della BBC fino ad arrivare alla Casa Bianca. Washington, non senza sorpresa, ha definito la BBC fake news. E dire che, stando ad alcune fonti, la BBC aveva pronta una dichiarazione su Panorama. Da giorni. Nella quale l'emittente si assumeva la responsabilità di quel montaggio spiegando, fra le altre cose, che sarebbe stato opportuno inserire un dettaglio per chiarire, al pubblico, che quel discorso così fluido e apparentemente violento era frutto di un montaggio. 

Come mai, dunque, la presa di posizione non è mai uscita? La risposta, secondo i beninformati, si nasconderebbe fra le pieghe del Consiglio di amministrazione. E nella scelta di riferire dell'accaduto solo internamente, con una lettera al Comitato di redazione. Ma c'è anche chi parla di una forte resistenza, internamente, all'accettazione dell'errore. Sia quel che sia, la mancata e tempestiva risposta è un grave, gravissimo errore. Il Telegraph ha accusato, nemmeno troppo velatamente, e la BBC non ha agito. Nel bailamme generale, il Consiglio di amministrazione a detta dei critici si sarebbe piegato, in questi ultimi anni, a correnti politiche «precise», collaborando con quotidiani nemici del servizio pubblico e con un ex primo ministro per mettere in discussione, con forza, la qualità del giornalismo offerto dalla BBC.

Di sicuro, la BBC è di fronte a una crisi senza precedenti. Di immagine, qualità, trasparenza, leadership anche. Può darsi che il gesto, doppio, di Tim Davie e Deborah Turness possa aiutare a risolvere un problema sin qui irrisolto: quello della fiducia verso una vera e propria istituzione. Il montaggio incriminato, intanto, potrebbe tradursi in una causa intentata da Trump o nell'espulsione della BBC dalla Casa Bianca. L'attuale presidente degli Stati Uniti, intervenendo nella polemica, ha accusato l'emittente di aver manipolato il suo discorso e di aver cercato di «spostare l'ago della bilancia di un'elezione presidenziale». Davie, nella sua dichiarazione, ha detto che tutti dovrebbero sostenere la BBC e non usarla come un'arma. Un messaggio, forse, rivolto più all'interno che all'esterno.  

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