Tuor: «L'onda lunga di Trump non si è mai fermata»

«Non ci aspettavamo una valanga del genere. Donald Trump non ha vinto solo i grandi elettori, ma anche il voto popolare, che rappresentava una soglia quasi invalicabile per i repubblicani». Così il giornalista Alfonso Tuor ha commentato, nel corso della puntata odierna di «Enigma» condotta da Andrea Leoni, la vittoria del tycoon alle presidenziali americane. «Quanto avvenuto dimostra che l’onda lunga di Trump non si è mai fermata e che tutte le accuse a lui rivolte sono state trascurate dalla maggioranza degli elettori statunitensi».
Secondo Tuor, il risultato di oggi conferma che il partito repubblicano «ha cambiato pelle e il successore di Trump probabilmente sarà J.D.Vance». Il partito «è ormai in mano al tycoon e a coloro che gli stanno attorno». Trump «è riuscito a crearsi una dirigenza e dispone inoltre di personaggi come Elon Musk che lo hanno aiutato, con i soldi e non solo». Dall’altra parte, Kamala Harris durante la campagna «non ha risposto a domande concernenti le guerre, l’economia o l’immigrazione, perché non aveva una linea. Si è espressa solo su alcuni temi, come l’aborto, che conosceva bene».
Guardando all’esito della votazione, ci si chiede se la maggioranza degli americani sia più preoccupata dall’inflazione e dall’immigrazione che dal possibile pericolo democratico. «Quando tu cominci a non riuscire più a dar da mangiare alla tua famiglia, e in America succede, a quel punto della democrazia non ti interessa, perché si tratta della tua sopravvivenza: cosa mi importa del sistema democratico se non mi dà la possibilità di sopravvivere? In America il 25% della popolazione vive di sussidi», ricorda Tuor.