Turista svizzera uccisa in Algeria: «L'assassino ha urlato Allah Akbar»

Avrebbe gridato «Allah Akbar» (Dio è grande) prima di colpirla con un'arma da taglio, l'uomo che, lo scorso 11 ottobre, ha ucciso una turista Svizzera in Algeria. La donna si trovava in compagnia di 4 connazionali, rimpatriati in Svizzera dopo il fatto di sangue. Era seduta sulla terrazza del caffè Skaner, un bar del centro di Djanet, località turistica vicino al confine con Libia e Niger, quando è stata aggredita da un uomo, poi fermato dai presenti prima che riuscisse a fuggire. Sui social è stato diffuso il video della cattura, con il presunto assassino a terra, vestito con pantaloni della tuta neri e una maglietta grigia. Intorno a lui, si sentono i presenti gridare: «Mettetegli le manette». Secondo Libération, sarebbero state arrestate due persone. Al momento non è chiaro se si tratti di un attacco terroristico o dell'azione isolata di uno squilibrato.
Mohamed Hamdaoui, vice presidente del PS di Bienne e deputato del Gran Consiglio bernese, sulla sua pagina Facebook ha sollevato dubbi: «Si è verificato lo scenario che temevo da tanti anni: una donna svizzera, mia compatriota, è stata uccisa nel sud dell'Algeria. La mia terra natale. Secondo i miei contatti in loco, a Djanet, le autorità parlano di un "atto isolato di uno squilibrato" che voleva rubare il cellulare della mia connazionale. Incredibile quanti "squilibrati" portano un coltello sotto la gellaba (una tunica tipica del Maghreb) in questi giorni».
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) si è limitato a confermare «di essere a conoscenza della morte violenta di un cittadino svizzero avvenuta l'11 ottobre nel sud-est dell'Algeria», spiegando che le quattro persone che erano con la vittima sono rientrate in Svizzera. Inoltre, «per motivi di protezione dei dati e della personalità non è possibile fornire altre informazioni», ha spiegato il DFAE ai media francesi. L'ambasciata svizzera ad Algeri è in contatto con le autorità competenti, mentre le autorità algerine non hanno ancora rilasciato dichiarazioni.
Djanet è tra le località considerate a rischio per il DFAE, che sul suo sito scrive: «La situazione della sicurezza prevalente in Libia, in Niger e in Mali si ripercuote sulla situazione di sicurezza nella parte meridionale dell'Algeria e aumenta in particolare il rischio di essere vittime di un sequestro o di un altro atto terroristico. Si sconsigliano i viaggi a destinazione delle seguenti province: Tamarasset, Djanet, Bordj Baji Mokhtar, In Guezzam und Illizi. Nella provincia d’Adrar, mantenere ampia distanza dalle zone di frontiera con il Mali».