Tutte le teorie (infondate) sul controllo della società entro il 2030

Un filone della disinformazione molto diffuso sui social network riguarda fantasiose ricostruzioni su piani che l'umanità sarà costretta a subire entro l'anno 2030. Dietro questo futuro di costrizione si celerebbe il World Economic Forum (WEF) che vorrebbe plasmare la società mondiale a suo piacimento. Secondo questa narrazione, infatti, entro i prossimi 7 anni il WEF abolirà la moda, la proprietà privata e instaurerà un regime alimentare ben preciso.
Il World Economic Forum non ha pianificato alcuna di queste azioni. Si tratta infatti di una teoria del complotto priva di fondamento.
L’origine della teoria del complotto
Il World Economic Forum è un’organizzazione internazionale con sede in Svizzera e istituita da Klaus Schwab nel 1971. Una volta l’anno organizza un evento noto come Forum di Davos (dal momento che si tiene nell’omonima località sciistica svizzera) in cui economisti, imprenditori, scienziati, leader religiosi, attori politici e attivisti partecipano a delicati incontri sui principali temi del dibattito mondiale.
A maggio 2020 il World Economic Forum ha lanciato l’iniziativa denominata The Great Reset che auspicava una riunione dei principali leader mondiali per discutere delle due grandi sfide del momento: l’emergenza climatica e la ripresa economica post-pandemia. Questa iniziativa, si legge sul sito, è «un impegno a costruire insieme e con urgenza le basi del nostro sistema economico e sociale, per un futuro post-Covid più equo, sostenibile e resiliente». Per chi sostiene la teoria del complotto, invece, si tratterebbe di un’opportunità del WEF per porre le basi per un controllo centrale della società e dell’economia.
Inoltre, in questa teoria ricorre spesso il termine 2030 poiché questa data fa riferimento sia a un primo obiettivo prefissato nell’Accordo di Parigi sulla diminuzione dei gas serra per mantenere il riscaldamento globale entro livelli sicuri, sia all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, una programma d’azione composto da 17 obiettivi che mirano a migliorare la qualità della vita umana e alla sostenibilità ambientale. Si tratta però di due azioni promosse dai Paesi membri delle Nazioni Unite (ONU), che non riguardano direttamente il WEF. Inoltre, sugli obiettivi dell’Agenda 2030 circola molta disinformazione. Ad esempio, sui social network il contenuto del programma spesso viene manipolato, veicolando false informazioni secondo cui l’ONU, con questa iniziativa, punta a eliminare «il 95% della popolazione mondiale», a instaurare un «governo unico mondiale» e alla «vaccinazione multipla obbligatoria».
La falsa notizia dell’abolizione della moda e della proprietà privata
Tra le varie congetture che circolano online, il World Economic Forum avrebbe finanziato un report secondo cui uno degli obiettivi dei governi mondiali per ridurre le emissioni di gas serra sarebbe consentire alle persone di acquistare solo tre capi di abbigliamento all’anno. In questo modo, quindi, «tutti gli esseri umani indosseranno un’uniforme» e «la moda sarà abolita» entro il 2030. Ma si tratta di una notizia falsa.Innanzitutto il WEF non ha finanziato il documento di cui si sta parlando, e in esso non si fa alcun riferimento all’abolizione della moda. Nel rapporto in questione, invece, si legge che l’abbigliamento e i rifiuti tessili sono un fattore di inquinamento che potrebbe essere ridotto se le persone limitassero, ad esempio, il numero di capi di abbigliamento che acquistano ogni anno.
Un altro obiettivo del World Economic Forum da raggiungere entro il 2030 sarebbe quello di «imporre una tecnocrazia universale politicamente insostenibile». Infatti, secondo questa ipotesi, il WEF avrebbe approfittato della pandemia per stabilire un nuovo regime in cui le persone vivranno senza alcuna privacy. Ma anche questa notizia è stata manipolata.
Il riferimento è a un articolo pubblicato nel 2016 sul sito del WEF dalla politica danese Ida Auken. Come lei stessa ha poi rimarcato, non auspicava una tecnocrazia, ma teorizzava che questa potrebbe essere uno scenario possibile. Per questo è necessario discutere dei pro e dei contro dell’attuale sviluppo tecnologico e aprire un dibattito sul futuro dell’umanità.
La dieta a base di insetti
Ad agosto 2022 su Facebook è stata pubblicata un’infografica con il logo del World economic forum secondo la quale «nel 2030 mangeremo il 40% in meno di cibo per raggiungere lo zero netto di CO2». In particolare, il nostro fabbisogno proteico proverrà da insetti domestici come scarafaggi, mosche e vermi, soia, e carni coltivate in laboratorio.
Seppur nel 2016 sul proprio sito web il Wef avesse pubblicato un articolo in cui l’autore affermava che le prossime diete potranno essere a base di una maggiore quantità di «verdure e frutta, di cereali integrali e di cibo vegetariano o di nuove alternative (come prodotti a base di soia, o forse insetti o carne artificiale)», questa notizia è stata smentita da Yann Zopf, portavoce della fondazione senza scopo di lucro.