Il caso

Ubriaco, fa cambiare rotta all'aereo: ora dovrà pagare il carburante

È successo a un cittadino australiano etichettato come «unruly passenger» su un volo da Perth a Sydney nel settembre del 2023 – Un tribunale gli ha inflitto una multa di circa 6 mila dollari e il rimborso del cherosene scaricato dall'equipaggio per rientrare allo scalo di partenza
© Shutterstock
Marcello Pelizzari
16.09.2024 17:30

Un cittadino australiano di 33 anni, leggiamo sul Washington Post, dovrà pagare una multa salata, anzi salatissima dopo che il suo pessimo comportamento a bordo – l'anno scorso – ha costretto l'equipaggio a scaricare carburante per fare rientro all'aeroporto di partenza. Un tribunale di Perth, nello specifico, ha inflitto all'uomo una multa di circa 6 mila dollari. Imponendogli, altresì, il pagamento del cherosene. Parliamo di altri 5.800 dollari. 

Il caso, secondo alcuni esperti, potrebbe fare giurisprudenza e segnare una svolta nella gestione dei cosiddetti unruly passengers. Coloro, cioè, che si lasciano andare a reazioni rabbiose o peggio prima, durante e dopo un volo. Anche se, ci arriveremo dopo, non è una novità assoluta. La Polizia federale australiana, in una nota, ha precisato che l'incidente risale al settembre del 2023, quando il 33.enne stava volando da Perth a Sydney. Le sue azioni, che le autorità non hanno tuttavia chiarito pubblicamente, hanno spinto i piloti a fare rientro a Perth. Un rientro preceduto, come da prassi e per questioni di peso all'atterraggio, dallo scarico di carburante in volo. La compagnia aerea, infine, ha pure dovuto cancellare il volo.

All'epoca, il passeggero era stato etichettato come unruly passenger e accusato di non aver rispettato le istruzioni di sicurezza. La scorsa settimana, l'uomo si è dichiarato colpevole. Stando ai media australiani, l'incidente si è verificato a bordo di un volo Jetstar, filiale low cost del vettore di bandiera Qantas. WAtoday, in particolare, ha riferito che l'uomo aveva assunto alcol e si era barricato in una toilette dell'aereo fino all'atterraggio. Una volta a terra, alle testate locali aveva detto che si sarebbe dichiarato colpevole per non dover affrontare il carcere. «Solo una multa» aveva aggiunto con fare strafottente.

A distanza di un anno, la sovrintendente della Polizia federale australiana, Shona Davis, ha ribadito che un incidente del genere non va certo preso alla leggera. «Un comportamento criminale a bordo può tradursi in costi elevati per il trasgressore» ha spiegato in una nota. «È molto più semplice obbedire alle indicazioni del personale della compagnia aerea piuttosto che causare problemi inutili». Problemi che possono colpire al portafoglio. 

La decisione del tribunale di Perth, dicevamo, non è una novità assoluta. Spesso, infatti, le compagnie aeree hanno fatturato ai passeggeri i costi extra provocati dal loro comportamento. Nel 2019, ad esempio, un vettore britannico aveva reclamato a un passeggero la bellezza di 106 mila dollari. L'uomo, beh, aveva tentato di aprire un portellone in volo. Quell'anno, l'Organizzazione internazionale delle compagnie aeree, la IATA, aveva definito «significativo» il problema dei passeggeri molesti. Statistiche alla mano, l'anno scorso – su un totale di 24.500 segnalazioni fornite da 50 compagnie a livello globale – si è verificato un incidente ogni 480 voli. Un dato in ribasso rispetto all'incidente ogni 568 voli del 2022, ma comunque alto. La segnalazione più frequente riguarda(va) il mancato rispetto delle istruzioni dell'equipaggio, ma sono cresciute altresì le segnalazioni legate ad attacchi verbali e fisici. Il problema dei citati unruly passengers era letteralmente esploso durante l'uscita dal coronavirus, quando erano state introdotte misure come la mascherina. Con questa sentenza, ora, l'Australia mostra il pugno duro. Della serie: se sgarri, paghi. In tutti i sensi. 

In questo articolo: