Un anno e sei mesi a Chiara Appendino

Un anno e sei mesi di detenzione con la sospensione condizionale è la condanna inflitta oggi dal Tribunale di Torino a tutti e cinque gli imputati, tra cui la sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino, nel processo di primo grado celebrato per i tragici fatti di piazza San Carlo che si verificarono nella città il 3 giugno 2017.
I giudici, con rito abbreviato, hanno dunque chiuso un doloroso capitolo che fa riferimento alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, partita che la sera di quel giorno fu proiettata su un maxischermo allestito in città, durante la quale l’ondata di panico provocata tra gli spettatori, dopo che una banda di rapinatori aveva spruzzato spray urticante, provocò una ressa con 1.600 feriti e la morte di due donne per le gravi ferite subite nella calca. In quell’occasione, persero la vita Erika Pioletti, morta in ospedale una decina di giorni dopo, e Marisa Amato, rimasta tetraplegica, e deceduta a distanza di due anni. Dopo la lettura della sentenza di condanna, la stessa sindaca Appendino prendendo posizione sui social media, ha dichiarato di provare «amarezza».
In un lungo post su Facebook, quest’ultima, ha sottolineato di non avere intenzione di sottrarsi alle proprie responsabilità. Ma «è altrettanto vero - ha detto - che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto folle di una banda di rapinatori». Sostenendo anche che «sul difficile ruolo dei sindaci forse andrebbe aperta una sana discussione». Appendino ha concluso il suo post dicendosi «fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio».