Un tunnel tra Alaska e Russia? A Trump l'idea piace

A Donald Trump piace, Volodymyr Zelensky invece «non è entusiasta». L'idea di una galleria sotto lo stretto di Bering da 112 chilometri che colleghi l'Alaska alla Russia proposta da un consigliere di Vladimir Putin per il tycoon è «interessante», un po' meno per il leader di Kiev che certo non vede di buon occhio un avvicinamento, non solo metaforico, tra gli Stati Uniti e Mosca.
Ma per un progetto del genere ci vogliono fondi adeguati ed ecco che dal cilindro di Kirill Dmitriev spunta Elon Musk. Il patron di Tesla, infatti, sarebbe stato contattato dal funzionario russo per investire nel piano da 8 miliardi di dollari in otto anni. In particolare, l'uomo più ricco del mondo dovrebbe partecipare al mega progetto con la sua Boring company, specializzata proprio in ponti e gallerie.
Russia e Stati Uniti dovrebbero costruire il «Putin-Trump tunnel per unire i due Paesi, favorire la ricerca di risorse naturali e simboleggiare l'unità», ha scritto sui social il consigliere del Cremlino dopo la telefonata tra i due presidenti che si incontreranno nella prossime settimane a Budapest. Dmitriev è a capo del fondo sovrano russo ed è quello che, assieme all'inviato speciale USA Steve Witkoff, ha spinto di più negli ultimi mesi per un riavvicinamento tra Washington e Mosca.
«Il sogno di un collegamento tra Stati Uniti e Russia attraverso lo stretto di Bering riflette una visione decennale: dalla ferrovia Siberia-Alaska del 1904 ad un piano russo del 2007», ha aggiunto pubblicando perfino delle grafiche sul progetto. Proposte per la costruzione di un ponte o di un tunnel sotto lo stretto di Bering sono state avanzate per anni ma non si sono mai concretizzate a causa dei costi, della mancanza di scambi commerciali significativi tra Stati Uniti e Russia e dell'antagonismo geopolitico tra le due super potenze.