Funerali di Stato

«Un uomo che incontra Dio», l'ultimo saluto a Silvio Berlusconi

Di fronte alla quasi totalità della politica nazionale e a pochissimi ospiti stranieri le esequie dell'ex presidente del Consiglio italiano – Le lacrime della compagna e dei figli – Dalla Russia Putin ribadisce: «Non siamo stati invitati»
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Dario Campione
14.06.2023 19:30

Un addio in stile poco berlusconiano: sobrio, semplice, misurato. Scandito dai cori in piazza del popolo rossonero e segnato, in modo evidente, dalle molte assenze.

Se l’Italia istituzionale ha scelto di partecipare, quasi in blocco, all’ultimo saluto all’anziano leader azzurro, scomparso lunedì all’età di 86 anni per le conseguenze di una leucemia, il mondo è sembrato invece voltare le spalle all’ex premier. Esprimendo così un giudizio netto, definitivo. Senza appello. Lo stesso giudizio espresso dalla stampa internazionale nell’immediatezza della notizia della morte.

In Duomo a Milano, a fianco di Sergio Mattarella gli unici Capi di Stato presenti oggi pomeriggio ai funerali di Silvio Berlusconi erano il presidente iracheno Abdul Latif Rashid, l’emiro del Qatar Tamīm bin Hamad Āl Thānī e i due capitani reggenti di San Marino, Alessandro Scarano e Adele Tonnini.

Dietro di loro, in seconda fila, due soli primi ministri: l’ungherese Viktor Orbán e l’albanese Edi Rama. Assieme a Paolo Gentiloni, chiamato a rappresentare la Commissione Europea e a fare le veci di Ursula von der Leyen; e al ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, per anni a capo del Millî İstihbarat Teşkilatıi (MIT), i servizi segreti di Ankara e oggi accompagnato da Ömer Çelik, già ministro per gli Affari europei e oggi portavoce del partito del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.

L’omelia in quattro parti

Sic transit gloria mundi, ripete il cerimoniere tre volte - secondo il rito tradizionale - davanti al pontefice neoeletto, mentre fa bruciare un batuffolo di stoppa sopra una canna d’argento. Ricordando al vicario di Dio la caducità delle cose umane.

Così si sono spente le luci sull’uomo che ha cambiato la politica e la società italiana a cavallo dei due secoli: senza l’omaggio dei potenti, tra le lacrime dei familiari e l’affetto sincero del suo “popolo”.

In questo senso si può probabilmente interpretare l’omelia pronunciata dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Due pagine scandite dal pulpito con un ritmo quasi incessante, e il cui senso è stato più facile comprendere dopo una rilettura a freddo.

Diviso in 4 parti - «Vivere», «Amare ed essere amato», «Essere contento» e «Cerco l’uomo» - il discorso di Delpini ha ribadito come, per un credente, nel momento della fine, «ogni desiderio di vita, ogni desiderio di amore, ogni desiderio di gioia debba trovare in Dio il suo giudizio e il suo compimento».

L’ultima parte dell’omelia, in particolare, è servita all’arcivescovo, di fronte allo sgomento della morte, per reindirizzare tutti verso l’unica dimensione possibile. «Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso - ha detto Delpini - Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari. Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta. Silvio Berlusconi - ha concluso l’arcivescovo di Milano, rallentando l’incedee delle parole e abbassando il tono della voce - è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio».

Le immagini finali

Il resto è cronaca. Con le immagini della figlia Marina e della compagna Marta Fascina, entrambe commosse e in lacrime, che seguono il feretro, all’esterno della cattedrale, tenendosi per mano.

E con il comunicato ufficiale di Yuri Ushakov, assistente del presidente russo Vladimir Putin, rilanciato dall’agenzia di stampa Interfax: «Non conosciamo il livello di presenza straniera al funerale, ma la parte russa non è stata invitata a questa cerimonia - ha detto Ushakov, ricordando che Putin aveva inviato le sue condoglianze per la morte di Berlusconi e diffuso un commento sul suo ruolo speciale nello sviluppo delle relazioni fra Russia e Italia - Il presidente Putin piange sinceramente la morte di Silvio Berlusconi, con il quale aveva non solo rapporti di lavoro costruttivi, ma anche di amicizia di lunga data».

E, infine, quando ormai sulle esequie si erano spente le luci e le telecamere delle dirette, con il tweet rilanciato da Viktor Orbán prima di riprendere il volo verso Budapest: «L’estremo saluto a Silvio Berlusconi. Era un grande statista e un vero amico. La nostra vita è più vuota senza di te. Dio ti benedica».