Una delle vittime dell'attacco alla sinagoga di Manchester è stata uccisa dalla polizia

Sono ancora diversi i punti da chiarire sull'attacco di Yom Kippur contro una sinagoga ortodossa di Manchester. Al momento, le vittime – le cui generalità sono state rese note nelle scorse ore – sono due: Adrian Daulby, di 53 anni, e Melvin Cravitz, di 66. Secondo gli aggiornamenti delle autorità, tre dei quattro feriti conteggiati ieri sono ancora ricoverati in ospedale in «condizioni gravi». Uno di loro ha riportato una ferita da arma da taglio e un secondo è stato investito dall'auto coinvolta nell'aggressione. «Stiamo lavorando per identificare formalmente le persone che hanno tragicamente perso la vita e fornire sostegno ai loro cari, oltre che ai feriti e alla comunità in generale. Stiamo lavorando per comprendere le motivazioni alla base dell'aggressione», ha dichiarato stamattina la polizia.
L'attacco, come ricostruito, è stato compiuto da Jihad Al-Shamie, un 35.enne di origini siriane, arrivato nel Regno Unito quando era bambino, insieme alla famiglia. L'uomo – che è stato ucciso dalla polizia durante l'attacco – non aveva, apparentemente, precedenti, ed era diventato cittadino britannico nel 2006. L'uomo non era mai stato segnalato all'antiterrorismo e nemmeno al programma Prevent, volto a prevenire fenomeni di radicalizzazione incipiente nella società britannica, soprattutto fra le comunità di radici islamiche.
Al momento, dunque, restano ancora da chiarire le motivazioni dietro all'attacco del 35.enne. Nelle scorse ore, la ministra dell'Interno britannica, Shabana Mahmood, ha auspicato «un passo indietro» da parte dei manifestanti pro-palestinesi che da mesi protestano in gran numero contro l'escalation di Israele nella Striscia di Gaza, in omaggio al sanguinoso attacco alla sinagoga ortodossa. La ministra del governo Starmer, tuttavia, non ha suggerito l'esistenza di alcun legame diretto con la situazione in Medio Oriente. Pur criticando la decisione di portare avanti, nella giornata di ieri, una manifestazione pro-pal che ha portato al fermo di una quarantina di persone. «È importante in questo momento tracciare una linea fra ciò che accade in Medio Oriente e ciò che sta accadendo in patria», ha dichiarato Shabana Mahmood ai microfoni della BBC.
Una persona uccisa dalla polizia
Nel frattempo, però, mentre le indagini proseguono, vengono a galla nuovi elementi. Tra questi, uno importante riguarda le vittime. Una delle due persone morte nell'attacco sarebbe infatti stata uccisa dal «fuoco amico» di uno dei poliziotti intervenuti per neutralizzare l'aggressore. Ad averlo ammesso è stato il comandante della Greater Manchester Police, Stephen Watson, sulla base degli esami condotti sul cadavere. Allo stesso modo, anche uno dei feriti – non in condizioni gravi – sarebbe stato a sua volta riportato colpi di arma da fuoco, sparati quindi dalla polizia.
La famiglia dell'aggressore lo rinnega
Non è tutto. Nelle scorse ore, la famiglia di Jihad Al-Shamie ha rinnegato oggi pubblicamente il congiunto attraverso i social media, condannando il terrorismo ed esprimendo solidarietà alle vittime della comunità ebraica. «Le notizie giunte da Manchester dell'attacco terroristico contro una sinagoga ci hanno profondamente scioccato. La famiglia Al-Shamie residente nel Regno Unito e all'estero condanna con forza questo atto efferato, che ha preso di mira civili pacifici e innocenti», ha scritto su Facebook il padre dell'uomo, Faraj Al-Shamie. «Noi prendiamo pienamente le distanze da questo attacco ed esprimiamo profondo shock e dolore per quanto accaduto», ha aggiunto, promettendo di pregare per i morti e i feriti e chiedendo ai media di «rispettare la privacy» della famiglia e di «non usare questo tragico evento» per spargere sospetti «non veritieri» sui parenti dell'aggressore ucciso. «Possa Dio avere pietà delle vittime innocenti mentre noi preghiamo per una rapida guarigione dei feriti».