Una folla di giovani a San Pietroburgo canta contro il regime di Putin

È stato definito un «party con musica contro la guerra» quello andato in scena ieri sera a San Pietroburgo. Come dimostrano diversi filmati pubblicati sui social media, centinaia di giovani si sono radunati in piazza per cantare una canzone illegale in Russia, in cui viene chiesta la destituzione del presidente Vladimir Putin.
La folla, nello specifico, si è unita ai musicisti di strada nel centro città, cantando a squarciagola «Co-operative Swan Lake» di Noize MC. Rapper filo-ucraino che, con la canzone, ha dato via a un vero e proprio inno non ufficiale del dissenso e della rabbia provati dai giovani russi liberali nei confronti del regime del Cremlino. Il vero nome del musicista, come riporta il Telegraph, è Ivan Alekseev: ha quarant'anni ed è scappato in Lituania non appena la Russia ha invaso l'Ucraina nel febbraio del 2022. Da quel momento, Mosca lo ha bollato come «agente straniero».
Alekseev ha pubblicato la sua canzone nel 2022, proprio con l'obiettivo di chiedere la fine del governo di Putin e condannare l'apatia della società russa nei confronti della guerra in Ucraina e dell'annessione della Crimea nel 2014. Con il passare del tempo, poi, la sua «Co-operative Swan Lake» si è trasformata in qualcosa di ancor più forte. Basti pensare che il riferimento al Lago dei Cigni – titolo della canzone – è un simbolo potete in Russia. Il noto balletto musicato da Tchaikovsky, tempo fa, veniva infatti trasmesso dalla televisione di Stato durante i periodi caratterizzati da sconvolgimenti politici, o in occasione della morte di leader sovietici.
Ecco, dunque, perché il fatto che sia stato scelto proprio il brano di Noize MC, ieri sera, non è passato inosservato. Nel testo, Alekseev si riferisce direttamente a Putin dicendo: «Lascia che il vecchio tremi di paura per il suo lago». E ancora: «Dove siete stati per otto anni, fottuti mostri? Voglio vedere il balletto, lasciate che i cigni danzino». Non a caso, all'inizio dell'anno, un tribunale di San Pietroburgo ha stabilito che la canzone costituiva «propaganda per un cambiamento violenti dei fondamenti dell'ordine costituzionale», aggiungendo che poteva essere «dannosa per i minori», soprattutto per il loro «sviluppo morale ed etico».
I video della folla a San Pietroburgo, neanche a dirlo, hanno fatto scalpore. Soprattutto, hanno scatenato l'indignazione sui canali Telegram pro-Cremlino, che hanno immediatamente chiesto di punire i responsabili. Al momento, tuttavia, non si segnalano arresti.