Stati Uniti

Usare Twitter per lanciare la campagna presidenziale: funzionerà?

Ron DeSantis questa sera annuncerà la sua candidatura per il Partito Repubblicano in uno «spazio» assieme ad Elon Musk – C'è chi giudica la strategia una trovata geniale e chi, invece, troppo rischiosa
© AP
Marcello Pelizzari
24.05.2023 15:00

Ron DeSantis, dunque, correrà per le presidenziali del 2024. Di più, il governatore repubblicano della Florida ha scelto un «luogo» quantomeno particolare per lanciare la sua candidatura, stasera: i cosiddetti spaces di Twitter, le sale audio alla Clubhouse in cui è possibile conversare fra utenti. All’evento, moderato da David Sacks, parteciperà nientepopodimeno che Elon Musk. Ovvero, il discusso e chiacchierato patron della piattaforma.

All’annuncio, beh, seguiranno momenti e situazioni più tradizionali: un video biografico, un incontro con i propri donatori al Four Seasons di Miami, un’intervista su Fox News e, infine, un vero e proprio evento fisico di lancio.

A far discutere, tuttavia, è proprio la decisione di affidarsi non solo a Twitter ma, soprattutto, a Musk. Le cui posizioni politiche, in questi mesi, hanno fatto storcere più di un naso. Della serie: DeSantis ne aveva davvero bisogno? Sì, no, forse.

Trovata geniale o no?

A livello politico, la scelta è stata giudicata in vari modi. E con diverse sfumature. C’è chi ha definito l’approccio un colpo di genio e chi, invece, ha parlato di un disastroso self-own, ovvero un modo, involontario, di mettersi in imbarazzo da soli.

Di sicuro, farsi accompagnare da Musk può avere non pochi vantaggi. Da un lato, beh, perché se non il più ricco è fra gli uomini più ricchi al mondo. E, dall’altro, perché ha un seguito social notevole. Perché, dunque, non provare a convincere la fan-base muskiana e, allo stesso tempo, cercare di garantirsi pure il sostegno finanziario dell’eccentrico miliardario?

Twitter, poi, per quanto di nicchia è ancora adoperatissimo fra i giornalisti. Ergo, della scelta di lanciare una candidatura così – una novità assoluta – se ne parlerà a lungo. E, quantomeno in termini comunicativi, bene.

Attenzione, però. Alcuni strateghi repubblicani hanno fatto notare che DeSantis, alle primarie repubblicane, avrà bisogno di persone ed elettori, non di «creature» che vivono su Twitter.

Musk e il network di destra

Non solo, il rischio è che Musk stesso offuschi DeSantis. E che, in generale, la presenza di Donald Trump – un accentratore per natura – sia difficile, se non impossibile, da contrastare. Lo stesso tycoon ha spesso umiliato o cercato di umiliare, in questi mesi, DeSantis. Il governatore della Florida, insomma, potrebbe inavvertitamente fornire un assist all’ex presidente. Del tipo: lo avete visto, attaccato alla giacchetta di uno come Musk?

C’è chi, non a caso, si è chiesto come mai DeSantis non abbia prima organizzato un grande evento in presenza e, in seguito, usato in esclusiva Twitter per discutere la sua candidatura con Musk.

Anche perché, nonostante l’effetto sorpresa iniziale di Clubhouse, il formato audio su Twitter non è esattamente utilizzatissimo dagli utenti. La maggior parte degli americani, per intenderci, non entra in questi spaces. Parliamo, dunque, di sale in cui si ritrova l’élite, anche repubblicana, ma non l’elettorato vero.

Resta, concludendo, la novità di per sé. Come resta l’idea che Musk, pensando anche alla collaborazione avviata con Tucker Carlson, stia costruendo, mattone dopo mattone, un network alternativo di destra. Una vera e propria sfida a Fox News.

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