Il punto

Varsavia contro Mosca: quando l’Est torna a parlare di armi nucleari

Il presidente polacco Andrzej Duda ha detto che il suo Paese è pronto all’eventualità di ospitare armi nucleari – Dura la risposta del Cremlino: «È una minaccia, prenderemo le necessarie misure»
Il presidente polacco Andrzej Duda con il primo ministro canadese Justin Trudeau. © Darryl Dyck
Marcello Pelizzari
22.04.2024 15:00

Sì, la Polonia accoglierà armi nucleari sul proprio territorio. Quantomeno, il presidente Andrzej Duda ha detto che il Paese è pronto a questa eventualità, a maggior ragione se la NATO dovesse rinforzare il fianco Est in risposta al dispiegamento di nuove armi da parte della Russia nell’exclave di Kaliningrad e in Bielorussia. 

Il capo di Stato ha pure spiegato che il possibile dislocamento di armi nucleari in territorio polacco, da tempo, è oggetto di discussioni fra Varsavia e Washington. In particolare, durante un incontro fra Duda e il presidente statunitense Joe Biden lo scorso marzo. Secondo Duda, «l’exclave russa di Kaliningrad è sempre più militarizzata mentre Mosca sta trasferendo armi anche in Bielorussia». Le prime armi nucleari erano arrivate in Bielorussia, secondo quanto annunciato da Vladimir Putin, già nel giugno scorso. All’epoca, la NATO aveva garantito che avrebbe fatto di tutto per assicurare l’efficacia e la sicurezza della sua missione di dissuasione nucleare. Tradotto: se necessario, avrebbe spostato a sua volta armi nucleari sul fianco Est. 

Oggi, poco dopo le parole di Duda, il Cremlino ha reagito affermando che la Russia prenderà le necessarie misure qualora Varsavia decidesse di dispiegare armi nucleari al confine. E questo per garantire, spiega sempre il Cremlino, «la sicurezza della Russia». Dmitry Peskov, al riguardo, ha dichiarato che «i nostri militari prenderanno tutte le misure di ritorsione necessaria per garantire la nostra sicurezza». 

Le dichiarazioni di Duda erano state precedute, a dicembre, da un’altra notizia poco gradita a Mosca: la piena operatività della base americana anti-missili di Redzikowo. Una base situata a soli 250 chilometri da Kaliningrad. Costruita, a suo tempo, per difendere l’Occidente dai missili balistici lanciati, ipoteticamente, da Paesi come l’Iran, secondo Mosca la base è stata subito vista e interpretata come una minaccia vitale per la Russia. La Polonia, di suo, in quanto membro NATO in questi anni ha fatto ampio rifornimento di materiale militare americano: dai sistemi di difesa Patriot ai caccia F-35, passando per i lanciarazzi Himars e carri armati Abrams. Non solo, sul proprio suolo Varsavia accoglie 10 mila soldati statunitensi. 

La crescente militarizzazione dell’Est Europa, in conclusione, sta inquietando e non poco l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA). Il direttore, Rafael Grossi, lo scorso marzo a tal proposito ha detto: «Si parla continuamente dell’uso di armi nucleari. E non è positivo».

In questo articolo: